«Con le barriere si sarebbe salvata»

«Abbiamo lottato tanto per la posa di barriere su quel ponte, ma non se n’è fatto niente. Forse con i dissuasori, l’ultima tragedia si sarebbe potuta evitare...». A parlare è Roberto Merli, psichiatra, primario, esperienza enorme alle spalle in tema di suicidi. Il tono della voce è teso. Ci sono troppi temi che lo hanno contrariato nelle ultime ore, dopo che una ragazzina di 16 anni ha deciso di farla finita: per come i giornali hanno trattato la notizia («Non rispettando - puntualizza - le linee guida che avevamo stabilito insieme tra Asl e organi di informazione a maggio 2013 durante un incontro sull’informazione responsabile»), per come, in questi anni, nonostante i tanti appelli, nessuno abbia mosso un dito per fare in modo che il ponte della tangenziale si trasformasse in un “hotspot” con fenomeno imitativo («Gli ultimi tre casi ne sono la conferma», spiega).
«Abbiamo lottato tanto per la posa di barriere su quel ponte, ma non se n’è fatto niente. Forse con i dissuasori, l’ultima tragedia si sarebbe potuta evitare...». A parlare è Roberto Merli, psichiatra, primario, esperienza enorme alle spalle in tema di suicidi. Il tono della voce è teso. Ci sono troppi temi che lo hanno contrariato nelle ultime ore, dopo che una ragazzina di 16 anni ha deciso di farla finita: per come i giornali hanno trattato la notizia («Non rispettando - puntualizza - le linee guida che avevamo stabilito insieme tra Asl e organi di informazione a maggio 2013 durante un incontro sull’informazione responsabile»), per come, in questi anni, nonostante i tanti appelli, nessuno abbia mosso un dito per fare in modo che il ponte della tangenziale si trasformasse in un “hotspot” con fenomeno imitativo («Gli ultimi tre casi ne sono la conferma», spiega).
I dissuasori lungo quel rettilineo che passa sopra al Cervo, sono però il suo pallino fisso: «E’ sbagliato sostenere che chi vuole uccidersi prima o poi lo farà - sostiene Merli -. Se riusciamo a intercettarlo prima, se trova un ostacolo teso a bloccare l’impulso al suicidio che può durare da qualche minuto a qualche ora, quella persona si può salvare. Che la barriera attuale sia ininfluente nella prevenzione del suicidio appare evidente. Il ponte così com’è si è trasformato in un “hotspot” come avevo previsto e segnalato anni fa e come ha trovato conferma nei miei studi. Appare evidente che sia da mettere in sicurezza...».
Intanto, sono stati fissati per stamattina alle 9 e mezza, nella chiesa di San Paolo, i funerali di Alice, la studentessa modello dell’Itis Quintino Sella che ha deciso di dire addio alla vita lunedì pomeriggio, il giorno dopo aver compiuto 16 anni ed essere andata col padre al concerto di Marco Mengoni, suo idolo. La notizia della morte della ragazza, che abitava a Borriana con papà Michele e mamma Marina, ha gettato tutti nello sconforto, ha percorso in lungo e in largo il territorio come una scossa dolorosa.
Di fronte a un evento drammatico come questo, lo psichiatra Roberto Merli spiega che «il suicidio può essere evitato se ci si rivolge alle strutture e alle persone giuste. Se si è in crisi è necessario chiedere aiuto, parlare, cercare qualcuno. Tutto ciò non dev’essere visto come una dimostrazione di fragilità o di incapacità, bensì come un normale comportamento. Bisogna rivolgersi alle persone di fiducia, agli amici in grado di ascoltarci, soprattutto a degli specialisti...».
A Biella opera il Centro Crisi di Prevenzione ai Suicidi, in strada Campagè 7/a (telefono 0159899813), realtà unica quantomeno in Piemonte. «Ci si può rivolgere a noi - prosegue Merli -, ma può farlo anche qualcuno che conosce una persona in difficoltà: insieme si discute della situazione e si decide il tipo di intervento. Un aiuto professionale, in questi casi, può essere fondamentale...».
Valter Caneparo