Clonavano "Che fatica la vita da bomber"

Clonavano "Che fatica la vita da bomber"
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A seguito di un’attività di monitoraggio a tutela del Made in Italy, la Compagnia della Guardia di Finanza di Biella ha scoperto un fenomeno di contraffazione di cover riportanti il famoso slogan di una linea di moda biellese. Lo slogan “che fatica la vita da bomber” ormai conosciuto nell’intera penisola, grazie a alcuni calciatori che utilizzano maglie o cover riportanti la frase, era, infatti, stampato su cover distribuite da aziende prive di autorizzazione alla commercializzazione di tali prodotti. Pertanto, localizzati i venditori che su internet proponevano delle cover a prezzi decisamente troppo concorrenziali, i militari della Compagnia di Biella hanno proceduto, per il tramite dei reparti del Corpo territorialmente competenti di Milano, Napoli e Forlì, al sequestro di circa 1.100 cover contraffatte riportanti il suddetto marchio (FOTO).

Inoltre, sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria cinque soggetti per il reato di cui all’art.474 c.p. (Introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi). 

TUTTI I PARTICOLARI LI POTRETE LEGGERE DOMATTINA SU ECO DI BIELLA IN EDICOLA

A seguito di un’attività di monitoraggio a tutela del Made in Italy, la Compagnia della Guardia di Finanza di Biella ha scoperto un fenomeno di contraffazione di cover riportanti il famoso slogan di una linea di moda biellese. Lo slogan “che fatica la vita da bomber” ormai conosciuto nell’intera penisola, grazie a alcuni calciatori che utilizzano maglie o cover riportanti la frase, era, infatti, stampato su cover distribuite da aziende prive di autorizzazione alla commercializzazione di tali prodotti. Pertanto, localizzati i venditori che su internet proponevano delle cover a prezzi decisamente troppo concorrenziali, i militari della Compagnia di Biella hanno proceduto, per il tramite dei reparti del Corpo territorialmente competenti di Milano, Napoli e Forlì, al sequestro di circa 1.100 cover contraffatte riportanti il suddetto marchio (FOTO).

Inoltre, sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria cinque soggetti per il reato di cui all’art.474 c.p. (Introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi). 

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