Cinesi-rapinatori: indagine perfetta
E’ stata un’indagine coi fiocchi quella condotta dal Nucleo investigativo dei carabinieri che ha portato all’individuazione dei tre presunti rapinatori cinesi che il 9 settembre scorso hanno sequestrato due ragazzine cinesi nella loro abitazione a Gaglianico approfittando del fatto che i genitori erano al lavoro, per svuotare la cassaforte di circa 50mila euro in contanti più gioielli, due Iphone e un telefono. I banditi se l’erano poi svignata con la Bmw del padrone di casa. Due di loro sono stati catturati in un hotel alla periferia di Firenze, il terzo stava lavorando come cameriere in un ristorante di Roma. Hanno un’età compresa fra i 28 e i 34 anni. Sono finiti in carcere con l’accusa di rapina in concorso su ordine di custodia cautelare firmato dal giudice Claudia Ramella Trafighet, su richiesta del sostituto procuratore Maria Bambino. Due di loro erano già stati arrestati un mese prima a Torino sempre per aver commesso una rapina ai danni di connazionali. Ma erano stati rilasciati. I carabinieri hanno perquisito alcune abitazioni utilizzate dai tre a Vibo Valentia e a Reggio Calabria. Proprio stamattina, in una di questi appartamenti, sono stati trovati dei gioielli e delle monete che potrebbero essere stati rubati a Gaglianico. Dei tre, solo uno è in regola con i documenti, ma è stata inoltrata proposta di espulsione in quanto soggetto pericoloso non desiderato. Gli altri due sono invece clandestini. Tutti e tre provengono dalla provincia dello Zhejiang, dove partono le diramazioni della famigerata “Triade”, la mafia cinese.
I carabinieri del Nucleo investigativo hanno condotto l’inchiesta in maniera perfetta senza tralasciare nulla al caso. Oggi è prevista la convalida dei fermi.
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E’ stata un’indagine coi fiocchi quella condotta dal Nucleo investigativo dei carabinieri che ha portato all’individuazione dei tre presunti rapinatori cinesi che il 9 settembre scorso hanno sequestrato due ragazzine cinesi nella loro abitazione a Gaglianico approfittando del fatto che i genitori erano al lavoro, per svuotare la cassaforte di circa 50mila euro in contanti più gioielli, due Iphone e un telefono. I banditi se l’erano poi svignata con la Bmw del padrone di casa. Due di loro sono stati catturati in un hotel alla periferia di Firenze, il terzo stava lavorando come cameriere in un ristorante di Roma. Hanno un’età compresa fra i 28 e i 34 anni. Sono finiti in carcere con l’accusa di rapina in concorso su ordine di custodia cautelare firmato dal giudice Claudia Ramella Trafighet, su richiesta del sostituto procuratore Maria Bambino. Due di loro erano già stati arrestati un mese prima a Torino sempre per aver commesso una rapina ai danni di connazionali. Ma erano stati rilasciati. I carabinieri hanno perquisito alcune abitazioni utilizzate dai tre a Vibo Valentia e a Reggio Calabria. Proprio stamattina, in una di questi appartamenti, sono stati trovati dei gioielli e delle monete che potrebbero essere stati rubati a Gaglianico. Dei tre, solo uno è in regola con i documenti, ma è stata inoltrata proposta di espulsione in quanto soggetto pericoloso non desiderato. Gli altri due sono invece clandestini. Tutti e tre provengono dalla provincia dello Zhejiang, dove partono le diramazioni della famigerata “Triade”, la mafia cinese.
I carabinieri del Nucleo investigativo hanno condotto l’inchiesta in maniera perfetta senza tralasciare nulla al caso. Oggi è prevista la convalida dei fermi.
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