Case rifugio a rischio, non ci sono più i fondi

Vittime di violenza domestica, Delmastro solleva il caso. E Chiorino presenta una mozione in Provincia.

Case rifugio a rischio, non ci sono più i fondi
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Case rifugio a rischio, non ci sono più i fondi.

E’ bufera sulle case rifugio a indirizzo segreto volte a sostenere le donne vittime di violenza domestica. Erano state istituite grazie ad un Avviso del Dipartimento per le Pari Opportunità ma ora non vi sono più fondi. E anche il Biellese ne è “vittima”, soprattutto se si considera che le case rifugio hanno dato ospitalità in questi anni a 16 donne e 20 bambini. E ora i costi rischiano, senza un rifinanziamento del Governo, di gravare su Consorzi socio assistenziali e sui Comuni. Proprio partendo da questa premessa il deputato di Fratelli d’Italia, Andrea Delmastro, ha presentato una interpellanza alla Camera.

Parla Delmastro

«L’iniziativa - dice Delmastro - consentiva di garantire una casa in luogo segreto per le donne ed eventualmente i loro figli che hanno subìto violenza domestica, garantendo loro un primo “porto sicuro” in attesa del giudizio e della pronta reazione dell’ordinamento; la rete delle “case rifugio” costituisce la prima risposta alle vittime di violenza domestica, accompagnandole nel difficile percorso di fuoriuscita dalla violenza; il solo dato per cui in Italia una donna ogni due giorni muore per femminicidio testimonia l’importanza del sistema delle “case rifugio” i finanziamenti da parte del Dipartimento per le Pari Opportunità sono continuati successivamente e sono terminati il 28 febbraio, non essendo stati rifinanziati i bandi successivamente; a solo titolo di esempio a Biella il bando è stato vinto dagli enti Cissabo, quale ente capofila, Iris, Associazione Non Sei Sola e Anteo Coop Sociale Onlus quali partner ed è stata aperta la Casa Rifugio ad indirizzo segreto rivolta a donne vittime di violenza di genere e ai loro bambini. Sebbene l’iniziativa sia decisamente lodevole e i risultati non siano tardati ad arrivare, le modalità di finanziamento ne hanno, sin dall’inizio, compromesso fortemente le possibilità di sviluppo; lo strumento del bando rinnovato annualmente non consente, infatti, una seria pianificazione, in mancanza di fondi sicuri e destinati in termini permanenti a tale progetto; tale sistema significa non avere la certezza dei finanziamenti e avere scadenze specifiche che spesso non corrispondono ai tempi delle donne.Attualmente, grazie ai finanziamenti tramite i bandi i 10 giorni dell’accoglienza in emergenza sono gratuiti sia per la donna che per i Consorzi /Comuni. Dall’11° giorno viene erogata una retta a carico dei Consorzi/Comuni che, nel frattempo, hanno preso in carico la vittima; dal primo marzo, a seguito del mancato rifinanziamento di apposito bando, non si avrà più la possibilità di sostenere l’accoglienza in emergenza». Delmastro, dopo aver spiegato la situazione, chiede al Governo di metterci una pezza. «È disarmante - sottolinea - verificare come il Governo per realizzare il reddito di cittadinanza, abbia tagliato ogni altra spesa. In questo caso si tratta di abbandonare le donne vittima di violenza domestica».

Anche in Provincia

Il tema è stato portato anche in Provincia, con il consigliere Elena Chiorino che ha presentato una mozione sull’argomento. «Avrei voluto che il presidente e il consiglio - spiega Chiorino - avessero preso una posizione già durante l’ultima seduta, dopo la mia sollecitazione. Ciò non è avvenuto e ho presentato una mozione sull’argomento. Spiace registrare che domani si terrà un tavolo sull’argomento, dopo che il consigliere delegato alle pari opportunità Monica Mosca ha scoperto l’argomento. Peccato che nel mentre siano state già presentate interpellanze e mozioni. Forse ragionare meno sui tavolo e più sui fatti sarebbe meglio...».

E.P.

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