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Carabinieri a cavallo in Baraggia: nuova fase del contrasto allo spaccio nelle aree boschive del Biellese

Smantellati alcuni bivacchi improvvisati per lo spaccio di stupefacenti. Significativo anche l'effetto deterrente.

Carabinieri a cavallo in Baraggia: nuova fase del contrasto allo spaccio nelle aree boschive del Biellese

L’azione di contrasto allo spaccio di stupefacenti nelle aree boschive del Biellese compie un salto operativo con l’impiego dei Carabinieri a cavallo del 4° Reggimento di Roma. La decisione, maturata nell’ambito della Riunione Tecnica di Coordinamento in Prefettura, arriva dopo mesi in cui i militari del Comando Provinciale di Biella hanno dovuto affrontare un’attività di spaccio diffusa in zone particolarmente estese e difficilmente accessibili ai mezzi tradizionali.

Carabinieri a cavallo in Baraggia

La scorsa settimana quattro Carabinieri, accompagnati dai loro cavalli addestrati alla perlustrazione in ambiente naturale, hanno pattugliato alcune delle aree più critiche: la Baraggia, la località Paruzza di Cossato e il guado di Gifflenga. L’operazione si è svolta con un dispositivo misto che ha visto impegnati anche militari in uniforme e in abiti civili, per coprire un ampio raggio di controllo.

Smantellati alcuni bivacchi allestiti per lo spaccio

L’intervento ha permesso di individuare diversi bivacchi improvvisati, riconducibili agli spacciatori attivi nella zona. Le strutture, realizzate per sostare e nascondere la merce, saranno rimosse dai Comuni competenti. Più significativo ancora, spiegano i Carabinieri, è stato l’effetto deterrente: nel corso dei pattugliamenti è stato registrato un netto calo del passaggio di vetture sospette, verosimilmente riconducibili ai clienti abituali.

Continua la lotta allo spaccio nei boschi

L’attività investigativa e di monitoraggio nei boschi, assicurano dal Comando Provinciale, proseguirà con le modalità già adottate negli ultimi due anni. Nel frattempo si valuta l’opportunità di ripetere e ampliare l’impiego dei Reparti a cavallo nei prossimi mesi, puntando su un modello operativo che ha dimostrato efficacia sia nel presidio sia nel dissuadere la microcriminalità legata allo spaccio.