C’è una “Via Lattea”, ma solo a Cossato

C’è una “Via Lattea”, ma solo a Cossato
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Che siano occhi di assenso o di scarsa condivisione, poco importa. Saranno, senza dubbio, occhi attenti e curiosi quelli che domani, martedì 31 gennaio, si poseranno sulle manifestanti in protesta davanti alla sede centrale di Poste Italiane, in via Pietro Micca, a Biella. Questo perché, le loro, sono ragioni che hanno fatto il giro dei media, locali e nazionali, arrivando persino a suscitare la reazione del ministro Marianna Madia.

Sarà, dunque, un Biellese che, schierato dall’uno o dall’altro fronte, non potrà comunque scansare il dibattito, per l’occasione riproposto alla ribalta della cronaca attraverso il flash mob delle mamme pronte ad allattare al seno in pubblico i loro bebè, rigorosamente schierate davanti alle Poste alle ore 11.30.

Ma, va detto, la vicenda di Francesca Castelli, la giovane mamma “sgridata” dal direttore delle Poste centrali di Biella perché stava allattando il suo bambino in pubblico, che ha aperto il dibattito, non è argomento nuovo, sul territorio. A provarlo un’esperienza applicata poco oltre i confini cittadini. Si tratta del progetto, datato 2014, intitolato “Via Lattea” e che è stato curato da Asl Bi, con l’amministrazione comunale di Cossato, il Consorzio Cissabo e la comunità di commercianti e artigiani cossatesi. Obiettivo: consentire alle mamme di allattare il proprio bambino in un luogo comodo, caldo e sicuro, ricavato in spazi come bar, farmacia, negozio, anche pubblici nel caso del Comune, del Cissabo stesso, del Consultorio. All’iniziativa hanno aderito originariamente 17 realtà, tra attività commerciali e uffici pubblici, come ricorda Stefano Ceffa, presidente di Cissabo, in relazione a quanto accaduto pochi giorni fa e rimbalzato sui media: «Biella è finita alla ribalta per un episodio oggettivamente sgradevole. Io sono, invece, molto orgoglioso che il nostro territorio, a Cossato, dal maggio 2014, abbia dato vita al progetto “Via Lattea”». Ceffa aggiunge: «Questi spazi sono serviti anche da contatto con i genitori, vi si trovano infatti materiali informativi sul ruolo delle mamme e dei papà e i servizi alla prima infanzia. La rete in un centro piccolo è, senza dubbio, stata semplice da formare. A Biella, essendo la città più grande, è certo più complicato, ma questa potrebbe essere una nuova interessante sfida».

Giovanna Boglietti      

Leggi di più sull’Eco di Biella di lunedì 30 gennaio 2017

 

Che siano occhi di assenso o di scarsa condivisione, poco importa. Saranno, senza dubbio, occhi attenti e curiosi quelli che domani, martedì 31 gennaio, si poseranno sulle manifestanti in protesta davanti alla sede centrale di Poste Italiane, in via Pietro Micca, a Biella. Questo perché, le loro, sono ragioni che hanno fatto il giro dei media, locali e nazionali, arrivando persino a suscitare la reazione del ministro Marianna Madia.

Sarà, dunque, un Biellese che, schierato dall’uno o dall’altro fronte, non potrà comunque scansare il dibattito, per l’occasione riproposto alla ribalta della cronaca attraverso il flash mob delle mamme pronte ad allattare al seno in pubblico i loro bebè, rigorosamente schierate davanti alle Poste alle ore 11.30.

Ma, va detto, la vicenda di Francesca Castelli, la giovane mamma “sgridata” dal direttore delle Poste centrali di Biella perché stava allattando il suo bambino in pubblico, che ha aperto il dibattito, non è argomento nuovo, sul territorio. A provarlo un’esperienza applicata poco oltre i confini cittadini. Si tratta del progetto, datato 2014, intitolato “Via Lattea” e che è stato curato da Asl Bi, con l’amministrazione comunale di Cossato, il Consorzio Cissabo e la comunità di commercianti e artigiani cossatesi. Obiettivo: consentire alle mamme di allattare il proprio bambino in un luogo comodo, caldo e sicuro, ricavato in spazi come bar, farmacia, negozio, anche pubblici nel caso del Comune, del Cissabo stesso, del Consultorio. All’iniziativa hanno aderito originariamente 17 realtà, tra attività commerciali e uffici pubblici, come ricorda Stefano Ceffa, presidente di Cissabo, in relazione a quanto accaduto pochi giorni fa e rimbalzato sui media: «Biella è finita alla ribalta per un episodio oggettivamente sgradevole. Io sono, invece, molto orgoglioso che il nostro territorio, a Cossato, dal maggio 2014, abbia dato vita al progetto “Via Lattea”». Ceffa aggiunge: «Questi spazi sono serviti anche da contatto con i genitori, vi si trovano infatti materiali informativi sul ruolo delle mamme e dei papà e i servizi alla prima infanzia. La rete in un centro piccolo è, senza dubbio, stata semplice da formare. A Biella, essendo la città più grande, è certo più complicato, ma questa potrebbe essere una nuova interessante sfida».

Giovanna Boglietti      

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