Blue Whale, indagato un giovane biellese

Blue Whale, indagato un giovane biellese
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C’è anche un biellese sotto indagine per il Blue Whale, il gioco della morte che, ormai da settimane, circola sui social network e dalla virtualità della rete porta solitudine, autolesionismo e vittime innocenti nella vita reale. Si tratta di un ragazzo di 19 anni di origine russa che vive a Cavaglià. Nei giorni scorsi i carabinieri si sono recati a casa sua e gli hanno sequestrato computer e telefono cellulare. Sul suo profilo Facebook il ragazzo farebbe riferimenti al Blue Whale e appaiono diverse foto di braccia ferite con tagli. 

L’inchiesta, coordinata dal procuratore facente funzioni Mariaserena Iozzo, prosegue nel più stretto riserbo. Gli inquirenti (indagano anche i carabinieri della Procura coordinati dal maresciallo Gullo), per ora, lasciano aperte tutte le ipotesi: il giovane potrebbe essere un adepto del “gioco della morte” oppure un semplice mitomane. O, peggio ancora, un “curatore”, ovvero uno di quelli che gestiscono il gioco e impartiscono gli ordini. Secondo quanto accertato dagli investigatori le braccia ferite che compaiono nelle fotografie pubblicate sui social e trovate nel pc, non sono le sue.

L’allarme è scattato a seguito della segnalazione di un’amica del giovane: «Mi ha mandato un messaggio con scritto “50° giorno, vai su un palazzo e buttati”...», ha raccontato spaventata la ragazza ai carabinieri. Il timore era che il ragazzo, arrivato alle ultimissime prove del gioco, fosse pronto a togliersi la vita. I carabinieri lo hanno allora cercato a casa, ma non lo hanno trovato.
E’ stato poi rintracciato a Vercelli, dopo  una difficile ricerca alla quale hanno collaborato anche amici del giovane. Era vicino ai capannoni abbandonati della ex Chatillon, l’azienda di viale Torricelli con un capitale di due miliardi di vecchie lire  e 1.200 dipendenti, la produzione della viscosa e dell’acetato di cellulosa.

Il Blue Whale. L’assurdo rituale consiste in cinquanta prove che bisogna effettuare prima di compiere il passo definitivo verso la morte e comprende l’incidersi lettere e simboli sul braccio con una lama, tra cui la figura del mammifero degli abissi (da qui il nome, che tradotto significa “balena blu”).
Un gioco dell’orrore creato dalla mente diabolica di un giovane russo, individuato e arrestato mesi fa dalla polizia, che ha però già provocato numerose vittime nel suo Paese e per il quale le forze di polizia europee si sono trovate costrette ad alzare la guardia: il gioco, in pochissimo tempo è dilagato in maniera folle, provocando decine di vittime.
Shama Ciocchetti

C’è anche un biellese sotto indagine per il Blue Whale, il gioco della morte che, ormai da settimane, circola sui social network e dalla virtualità della rete porta solitudine, autolesionismo e vittime innocenti nella vita reale. Si tratta di un ragazzo di 19 anni di origine russa che vive a Cavaglià. Nei giorni scorsi i carabinieri si sono recati a casa sua e gli hanno sequestrato computer e telefono cellulare. Sul suo profilo Facebook il ragazzo farebbe riferimenti al Blue Whale e appaiono diverse foto di braccia ferite con tagli. 

L’inchiesta, coordinata dal procuratore facente funzioni Mariaserena Iozzo, prosegue nel più stretto riserbo. Gli inquirenti (indagano anche i carabinieri della Procura coordinati dal maresciallo Gullo), per ora, lasciano aperte tutte le ipotesi: il giovane potrebbe essere un adepto del “gioco della morte” oppure un semplice mitomane. O, peggio ancora, un “curatore”, ovvero uno di quelli che gestiscono il gioco e impartiscono gli ordini. Secondo quanto accertato dagli investigatori le braccia ferite che compaiono nelle fotografie pubblicate sui social e trovate nel pc, non sono le sue.

L’allarme è scattato a seguito della segnalazione di un’amica del giovane: «Mi ha mandato un messaggio con scritto “50° giorno, vai su un palazzo e buttati”...», ha raccontato spaventata la ragazza ai carabinieri. Il timore era che il ragazzo, arrivato alle ultimissime prove del gioco, fosse pronto a togliersi la vita. I carabinieri lo hanno allora cercato a casa, ma non lo hanno trovato.
E’ stato poi rintracciato a Vercelli, dopo  una difficile ricerca alla quale hanno collaborato anche amici del giovane. Era vicino ai capannoni abbandonati della ex Chatillon, l’azienda di viale Torricelli con un capitale di due miliardi di vecchie lire  e 1.200 dipendenti, la produzione della viscosa e dell’acetato di cellulosa.

Il Blue Whale. L’assurdo rituale consiste in cinquanta prove che bisogna effettuare prima di compiere il passo definitivo verso la morte e comprende l’incidersi lettere e simboli sul braccio con una lama, tra cui la figura del mammifero degli abissi (da qui il nome, che tradotto significa “balena blu”).
Un gioco dell’orrore creato dalla mente diabolica di un giovane russo, individuato e arrestato mesi fa dalla polizia, che ha però già provocato numerose vittime nel suo Paese e per il quale le forze di polizia europee si sono trovate costrette ad alzare la guardia: il gioco, in pochissimo tempo è dilagato in maniera folle, provocando decine di vittime.
Shama Ciocchetti

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