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Aveva un cadavere in sala da pranzo. Del sangue in volto fa scattare le indagini

La vittima identificata da alcuni tatuaggi. Interrogato il padrone di casa che ha seri problemi psichiatrici.

Aveva un cadavere in sala da pranzo. Del sangue in volto fa scattare le indagini
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Aveva un cadavere in sala da pranzo. Del sangue in volto fa scattare le indagini.

Adagiato sul divanoletto

Aveva un cadavere in soggiorno, adagiato su un divanoletto, per di più in avanzato stato di decomposizione. Il morto aveva delle evidenti tracce di sangue vicino al naso e alla bocca. La Polizia, non potendo escludere d'acchito che potesse trattarsi di un decesso scaturito da un'azione violenta, ha fatto intervenire Squadra mobile e Scientifica per i rilievi.

Sentito il padrone di casa

Il macabro ritrovamento è avvenuto martedì in un appartamento du Vercelli dove abita un uomo di 50 anni con evidenti problemi psichiatrici. Il padrone di casa era presente ed è stato identificato. Ma non ha saputo aggiungere nulla sulla presenza del cadavere.

Allarme dall'assistente sociale

I poliziotti sono stati avvertiti dall'assistente sociale che segue il soggetto psichiatrico, la quale, mentre si stava occupando di riordinare la casa, ha sentito uno sgradevole odore, motivo per cui ha deciso di controllare la sala da pranzo. Una volta aperta la porta, ha notato la presenza di un uomo, adagiato su un letto, che non dava segni di vita.

Identificato dai tatuaggi

Il medico legale, dopo aver ispezionato il cadavere, ha ipotizzato che il decesso potesse essere avvenuto per cause naturali. Alla fine i poliziotti sono riusciti a indentificare il deceduto, che era ta l'altro privo di documenti, che presentava due tatuaggi ben visibili. Si tratta di un torinese di 57 anni con numerosi precedenti penali per reati contro il patrimonio.

Tanti quesiti

Allo stato, in attesa dei risultati dell’autopsia, sono in corso indagini per valutare il motivo per il quale l’uomo fosse ospitato in quell’appartamento e più in generale per scoprire nel dettaglio il legame che legava il morto con il proprietario di casa. L’appartamento è stato alla fine sequestrato e il soggetto psichiatrico affidato al suo tutore giudiziale.

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