Arrestato il basista del delitto Vazzoler

Arrestato il basista del delitto Vazzoler
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E’ stato arrestato l’altro giorno dai carabinieri e trasferito dai “domiciliari” al carcere di viale dei Tigli, Giuseppe Fabbro, 60 anni, di Massazza, uno dei cinque personaggi condannati per l’omicidio di Vanda Vazzoler, 67 anni, la pensionata di Vigliano uccisa nel corso di una rapina avvenuta il 12 dicembre 2014 nella sua abitazione di via Dante perché non aveva saputo fornire ai rapinatori il numero della combinazione della cassaforte. La condanna a dieci anni tondi per Fabbro è diventata esecutiva. La Procura generale di Torino ha così spiccato l’ordine di arresto. Fabbro (difeso dall’avvocati Enrica Ramella Valet), era accusato di essere l’informatore della banda, colui che, a detta dell’accusa, aveva fornito tutte le indicazioni necessarie per commettere la rapina in quell’appartamento al sesto piano di un condominio di via Dante a Vigliano. «Era stato solo un pettegolezzo al bar - aveva dichiarato lui durante il processo -. Non c’entro con il delitto». Ma né il giudice di primo grado e neppure i suoi colleghi dell’appello gli avevano creduto.
V.Ca.

E’ stato arrestato l’altro giorno dai carabinieri e trasferito dai “domiciliari” al carcere di viale dei Tigli, Giuseppe Fabbro, 60 anni, di Massazza, uno dei cinque personaggi condannati per l’omicidio di Vanda Vazzoler, 67 anni, la pensionata di Vigliano uccisa nel corso di una rapina avvenuta il 12 dicembre 2014 nella sua abitazione di via Dante perché non aveva saputo fornire ai rapinatori il numero della combinazione della cassaforte. La condanna a dieci anni tondi per Fabbro è diventata esecutiva. La Procura generale di Torino ha così spiccato l’ordine di arresto. Fabbro (difeso dall’avvocati Enrica Ramella Valet), era accusato di essere l’informatore della banda, colui che, a detta dell’accusa, aveva fornito tutte le indicazioni necessarie per commettere la rapina in quell’appartamento al sesto piano di un condominio di via Dante a Vigliano. «Era stato solo un pettegolezzo al bar - aveva dichiarato lui durante il processo -. Non c’entro con il delitto». Ma né il giudice di primo grado e neppure i suoi colleghi dell’appello gli avevano creduto.
V.Ca.

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