Ambulanze nel caos
Si allunga l’elenco di casi che alimentano le polemiche contro la centrale unica di quadrante del “118” di Novara. Dopo i ritardi dei mesi scorsi nel soccorrere feriti in incidenti o persone colpite da malore, la questione torna sul tappeto con altri due casi dai risvolti clamorosi. A Biella, tra via La Marmora e via Aldo Moro, è stato richiesto l’intervento dei carabinieri per la presenza di un passante morto a causa di un malore fulminante (vedere sevizio d’incastro). Solo che, all’arrivo della pattuglia dell’Arma, di morti non ce n’era nemmeno l’ombra. Il passante, nel frattempo, era stato portato in ospedale dove, in effetti, è stato dichiarato deceduto. Non solo ritardi, quindi, ma anche difetti di comunicazione e incomprensioni varie.
Il secondo caso (altro servizio d’incastro) si riferisce a un presunto ritardo di un’ora nell’arrivo dell’ambulanza nel campo da calcio di Trivero. La centrale avrebbero inviato l’ambulanza a Ponzone di... Alessandria.
Gli altri episodi. I casi più clamorosi del recente passato che hanno coinvolto la centrale di quadrante, sono sostanzialmente tre. Il primo era avvenuto nel cuore di Biella, lungo via Repubblica, nei pressi dell’incrocio di via Marconi. C’erano voluti quasi 25 minuti, all’ambulanza, per soccorrere una signora incinta rimasta coinvolta in un tamponamento a catena. A 300 metri dall’ingresso principale dell’ospedale e a una cinquantina da quello secondario che s’affaccia verso l’obitorio. Il secondo caso era avvenuto sempre a Biella, nello stesso incrocio tra via La Marmora e via Aldo Moro del caso dell’altro pomeriggio. Un pedone di 72 anni investito era rimasto quaranta minuti al freddo ad aspettare l’ambulanza. Alla fine la centrale aveva inviato quella di... Cossato. Ritardo inspiegabile anche in un’altra occasione a Trivero per soccorrere un ospite della casa di riposo.