Aguzzino in famiglia per 14 anni: condannato papà-marito violento
Per anni avrebbe picchiato e violentato la moglie e costretto i figli a toccarsi fra loro mentre lui guardava.
Insulti, pestaggi e minacce di morte con un coltello. Questi sono solo alcuni dei macabri dettagli emersi in questi giorni nel processo che si è svolto nel tribunale di Biella nei confronti di S.C., un uomo di 54 anni originario di Novara, che per ben 14 anni avrebbe maltrattato e abusato della moglie 51enne. Fra le sue vittime si contano purtroppo anche i loro due figli, oggi di 18 e 22 anni ma all'epoca in cui si sono svolti i fatti poco più che bambini. Per tutto ciò che avrebbe compiuto in questo lunghissimo lasso di tempo il 54enne, divenuto per quanto compiuto in famiglia il suo aguzzino, è stato condannato a due anni e quattro mesi di reclusione, commutati nelle equivalenti ore di lavori di pubblica utilità.
Un aguzzino in famiglia per 14 lunghi anni
I fatti analizzati durante il processo riguardano gli anni compresi fra il 2002 e il 2016, quando la convivenza fra la donna, i figli e l'uomo è terminata. In questo lungo periodo di tempo l'uomo avrebbe ripetutamente maltrattato la moglie e i figli, sia psicologicamente che fisicamente, tanto che per le vittime si è reso necessario il supporto psicologico.
I maltrattamenti e le minacce di morte nei confronti della moglie
Sono innumerevoli gli episodi di violenza riportati dalla donna dal 2002, anno in cui ha avuto inizio la convivenza coniugale, fino al 2008. Fra Fara Novarese, Casapinta e Tollegno, paesi in cui la coppia ha convissuto, il marito l'avrebbe percossa ripetutamente anche durante le due gravidanze. In più circostanze le avrebbe dato calci alla schiena e l'avrebbe colpita con violenti schiaffi al volto e al corpo. Nel mese di novembre 2008, di fronte ai figli di due e sei anni, avrebbe colpito la moglie sul capo utilizzando una sedia; nella stessa circostanza l'avrebbe poi afferrata per i capelli e le avrebbe fatto sbattere più volte la testa sul pavimento. Dal 2008 al 2016, anno in cui cessò la convivenza, i pestaggi nei confronti della moglie sarebbero diventati quotidiani. Nello stesso periodo avrebbe più volte, almeno in una circostanza anche alla presenza dei figli minorenni, minacciato di morte la moglie brandendo un coltello al suo indirizzo.
Le violenze fisiche ai figli
Il 54enne non si sarebbe limitato a far violenza sulla moglie: nel suo mirino c'erano anche i figli, che avrebbe picchiato con regolarità con schiaffi, specie quando uno di loro interveniva in difesa dell'altro o della madre. Li avrebbe afferrati per i capelli, strattonati e spinti violentemente, facendoli poi sbattere contro il mobilio della loro abitazione. Dei due figli, però, la vittima preferita dal padre sarebbe stato quello più piccolo, il maschio, che in più circostanze avrebbe fatto cadere a terra per poi calpestarlo. In un'occasione, nel 2013, lo avrebbe anche preso per i capelli, facendogli sbattere la testa nel piatto contenente il cibo che il minore (all'epoca aveva 7 anni) non voleva mangiare. In altre circostanze gli avrebbe sbattuto ripetutamente la testa contro la parete di vetro dell'acquario o il bordo in legno del divano, procurandogli il sanguinamento della fronte.
I film pornografici e le costrizioni nei confronti dei figli
Fra i dettagli più macabri emersi durante il processo vi sarebbero anche le costrizioni da parte del padre di famiglia nei confronti del figlio, obbligato a guardare film pornografici e, in una circostanza, istigato a baciare sua sorella e a «farsela», costringendola a baciarla a e strofinarle il pene sulla coscia.
La condanna dell'aguzzino in famiglia
Nei confronti del padre-marito, la giudice ha emesso una sentenza di condanna alla pena di due anni e quattro mesi di reclusione, sostituiti con l'equivalente in ore da eseguirsi nel comune di Fara Novarese. Oltre a ciò dovrà risarcire le vittime costituitesi parti civili: 10mila euro alla moglie, 14mila alla figlia maggiore e 10mila a quello minore.