Aggressione al paninaro Miki: processo al “branco”

Aggressione al paninaro Miki: processo al “branco”
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BIELLA - «Si è trattata di una violenza becera, gratuita e vigliacca che non può e non deve rimanere priva di effettività penale pur trattandosi di un processo minorile...». E’ un passo della dura memoria difensiva dell’avvocato Francesco Alosi che tutela come parte offesa, di fronte al giudice del Tribunale per i minorenni di Torino, Michele Marino, 54 anni, noto a tutti come “Miki Panini fiki”, uno degli storici paninari di Biella, che è solito posteggiare il suo camion ed esercitare la sua attività ambulante ogni sera nel parcheggio della provincia. Giovedì mattina si terrà l’udienza contro i due giovani - nel frattempo sono diventati maggiorenni -  che alle 3 di notte del 13 settembre di due anni fa, avevano preso d’assalto il furgone Renault Master rosso del paninaro lanciandogli contro dei cubetti di porfido che avevano mandato in frantumi il parabrezza e danneggiato la carrozzeria. I due ragazzi erano in compagnia di un loro amico maggiorenne che verrà giudicato con rito ordinario in tribunale a Biella.

Sono anni che “Miki” lotta contro violenti e arroganti. Addirittura, pochi mesi fa, in seguito all’ennesima aggressione, aveva promosso una raccolta di firme. «Non è possibile per la parte offesa costituirsi parte civile nel procedimento penale durante il processo minorile per richiedere il risarcimento dei danni - spiega l’avvocato Alosi -, ma può evocare in giudizio civile i genitori o chi esercita la responsabilità genitoriale sul minore. Ma posto che la quasi totalità dei minori coinvolti ha genitori del tutto inadeguati sotto il profilo economico, ogni azione di recupero in sede civile risulta quasi sempre infruttuosa...». 

Nella sua memoria, il legale descrive il cliente-paninaro come persona che ha sempre lavorato con onestà e fatica. «Il furgone di Michele Marino - scrive - per i giovani e meno giovani biellesi è una vera e propria “istituzione”: generazioni di ragazzi hanno mangiato o bevuto una bibita scambiando quattro chiacchiere con Miki, il quale, con qualsiasi condizione meteo, ha sempre accolto con gentilezza e condialità i suoi clienti...».

Valter Caneparo

Leggi di più sull'Eco di Biella di lunedì 4 luglio 2016 

BIELLA - «Si è trattata di una violenza becera, gratuita e vigliacca che non può e non deve rimanere priva di effettività penale pur trattandosi di un processo minorile...». E’ un passo della dura memoria difensiva dell’avvocato Francesco Alosi che tutela come parte offesa, di fronte al giudice del Tribunale per i minorenni di Torino, Michele Marino, 54 anni, noto a tutti come “Miki Panini fiki”, uno degli storici paninari di Biella, che è solito posteggiare il suo camion ed esercitare la sua attività ambulante ogni sera nel parcheggio della provincia. Giovedì mattina si terrà l’udienza contro i due giovani - nel frattempo sono diventati maggiorenni -  che alle 3 di notte del 13 settembre di due anni fa, avevano preso d’assalto il furgone Renault Master rosso del paninaro lanciandogli contro dei cubetti di porfido che avevano mandato in frantumi il parabrezza e danneggiato la carrozzeria. I due ragazzi erano in compagnia di un loro amico maggiorenne che verrà giudicato con rito ordinario in tribunale a Biella.

Sono anni che “Miki” lotta contro violenti e arroganti. Addirittura, pochi mesi fa, in seguito all’ennesima aggressione, aveva promosso una raccolta di firme. «Non è possibile per la parte offesa costituirsi parte civile nel procedimento penale durante il processo minorile per richiedere il risarcimento dei danni - spiega l’avvocato Alosi -, ma può evocare in giudizio civile i genitori o chi esercita la responsabilità genitoriale sul minore. Ma posto che la quasi totalità dei minori coinvolti ha genitori del tutto inadeguati sotto il profilo economico, ogni azione di recupero in sede civile risulta quasi sempre infruttuosa...». 

Nella sua memoria, il legale descrive il cliente-paninaro come persona che ha sempre lavorato con onestà e fatica. «Il furgone di Michele Marino - scrive - per i giovani e meno giovani biellesi è una vera e propria “istituzione”: generazioni di ragazzi hanno mangiato o bevuto una bibita scambiando quattro chiacchiere con Miki, il quale, con qualsiasi condizione meteo, ha sempre accolto con gentilezza e condialità i suoi clienti...».

Valter Caneparo

Leggi di più sull'Eco di Biella di lunedì 4 luglio 2016 

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