Onorificenza

A Torino una via intitolata alla cossatese Virginia Angela Borrino

Fra i diversi meriti c'è anche quello di essere stata la prima professoressa donna dell'Università di Pisa.

A Torino una via intitolata alla cossatese Virginia Angela Borrino
Pubblicato:
Aggiornato:

Venerdì 21 aprile, alle ore 11, la città di Torino, rappresentata dal sindaco Stefano Lo Russo e dalla presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo, intitolerà il numero 15 di Via Luigi Pasteur a un straordinario medico di origine biellese. Si tratta di Virginia Angela Borrino, nata a Cossato il 28 marzo del 1880, la cui vita professionale potrebbe essere degna di un film.

La storia di Virginia Angela Borrino

Virginia Angela Borrino, conosciuta anche come Angiola, trascorre la sua infanzia nella natia Cossato. Dopo il liceo classico prosegue gli studi iscrivendosi alla Facoltà di Medicina dell'Università di Torino, dove si laurea nel 1905. Da subito si distingue per ingegno, rigore morale e dedizione totale alla missione del medico. La sua attività segue due linee convergenti: la fisiologia, con particolare riguardo all'infanzia, e la pediatria, che diviene la ragione della sua vita.

Virginia Angela Borrino

Prima donna d'Italia a diventare professoressa universitaria a Pisa

Dopo l'assistenza alla Direzione della Clinica Pediatrica di Breslavia, ora Bratislava, nel 1913 inizia la carriera di docenza universitaria presso l'Università Popolare, in un'epoca storica in cui alle donne era pressoché precluso l'insegnamento accademico, al quale unisce un'intensa attività di pubblicazione scientifica. Negli anni della prima guerra mondiale organizza e dirige il sanatorio antimalarico per bambini in Calabria sull'altipiano della Magna Sila. Nel 1918 la carenza di ufficiali medici data dal prolungarsi della Grande Guerra favorisce l'affidamento di ruoli direttivi alle donne, superando la mentalità dell'epoca. Nel 1919 la professoressa Borrino riceve l'incarico di direzione della Clinica e della cattedra di Pediatria dell'Università di Siena. E' la prima donna d'Italia a raggiungere tale traguardo.

Il rientro a Torino e il successivo periodo in Sardegna

Nel 1924, a seguito del varo di una nuova legge di modifica dei criteri di assegnazione delle cattedre, deve lasciare l'insegnamento di Siena. Rientra quindi a Torino, dove intensifica l'attività pediatrica rivolta ai meno abbienti e ai bambini poveri, che visita gratuitamente nel suo ambulatorio. Nel 1927 viene chiamata all'Università di Sassari, dove all'attività di docenza e alla professione sanitaria affianca quella di organizzazione di consultori per la prevenzione delle infermità nei bambini e per la protezione delle giovani madri sole o abbandonate.

Gli ultimi anni e l'onorificenza della Repubblica italiana

Nel 1931 si trasferisce a Perugia per dirigere la clinica universitaria fino al 1950, quando viene collocata fuori ruolo per raggiunti limiti di età. Nel 1955 riceve l'onorificenza di Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana. La sua straordinaria storia di umanità, caparbietà e dedizione è raccolta nell'autobiografia «La mia vita. Memorie di una donna medico».

Seguici sui nostri canali