Una via di Torino intitolata alla professoressa e pediatra cossatese Virginia Angiola Borrino
Una strada di Torino è stata intitolata a una cossatese, la pediatra e prima docente universitaria donna d'Italia Virginia Angiola Borrino. Nata a Cossato il 28 marzo 1880, la professoressa Borrino è morta a Torino il 14 gennaio 1965.
Il video dell'intitolazione della via Virginia Angiola Borrino
Laureata all'Università di Torino nel 1905, collaborò con le università del capoluogo piemontese per anni, oltre che con quelle di Siena, Sassari e Perugia, dove ricevette il titolo di "Professoressa ordinaria" a partire dal 1948. Fu la prima donna in Italia ad ottenere l'incarico della direzione della clinica pediatrica all'Università di Siena dal 1919 al 1924 e successivamente venne insignita anche della carica di "Commendatore al merito della Repubblica Italiana"[ e fu membro fondatrice dell'Associazione Italiana Donne Medico.
Nella presentazione del libro La mia vita: la pediatria agli inizi del '900 attraverso le memorie di una donna medico, la prof.ssa Fernanda Borsarelli (Libero docente in pediatria, Presidente dell'Associazione Italiana, dottoressa in Medicina e Chirurgia) ricorda la collega:
«[…] Ricordo quando le fui presentata all'istituto di fisiologia dell'Università di Torino dal prof. Herlitzka: era una donna di statura media, dal sorriso aperto, incorniciato dai bei capelli di un biondo naturale, raccolti a crocchia sulla nuca, dallo sguardo dolce, insieme penetrante e indagatore. […] Per apprezzare adeguatamente tale carriera bisogna rifarsi ai tempi in cui questa si svolse: tempi da pionieri, non solo in Italia ma qui soprattutto perché tempo fascista, in cui le donne, venivano escluse persino dall'insegnamento letterario nelle scuole medie superiori e incontrano difficoltà quasi insormontabili per adire all'insegnamento universitario. […] A conclusione di questo breve ricordo di una bellissima figura di donna-medico mi piace riportare alcune parole che ella indirizzò all'assemblea nazionale dell'Associazione dottoresse in medicina e chirurgia, tenutasi a Roma nel 1960, riaffermando, Lei, che era stata una delle fondatrici dell'associazione stessa nel 1921, "il reale dovere della donna-medico di partecipare alla difesa della vita umana, al conforto dei piccoli, dei deboli", ed esortando le giovani colleghe a "tener fede soprattutto al principio di generosa dedizione al bene, che significa camminare nella fatica di ogni giorno con un interesse superiore, con una concezione più alta della scienza e dell'arte medica"»