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«Una legge per microchip ai gatti»

Aumentano i casi di abbandono nel Biellese: «Occorre censimento»

«Una legge per microchip ai gatti»
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Sensibilizzare all’applicazione del microchip per i gatti. E’ il titolo del progetto pilota presentato dall’associazione Gattopoli Made in Biella, impegnata da anni sul territorio per salvare e far adottare i felini, garantendone il benessere psicofisico.

«Una legge per microchip ai gatti»

Il lavoro svolto e l’analisi della situazione territoriale della provincia di Biella, negli ultimi cinque anni, ha portato l’associazione, dopo un confronto con il Comune di Biella e Asl, a proporre una richiesta alle autorità regionali competenti, per una possibile mappatura dei gatti di proprietà, evitando così la salita sproporzionata del randagismo.

Piaga anche nel Biellese

Una piaga che già colpisce molte regioni al Sud ma che sta aumentando anche nel distretto biellese, soprattutto dove la diminuzione di abitanti, causa la mancanza di lavoro, ha creato luoghi di abbandono, consoni al proliferare di colonie feline.
I numeri presentati da Gattopoli sono impietosi, con una crescita del 50% in quattro anni di gatti recuperati (172 nel 2018, 319 nel 2021 mentre nei primi cinque mesi del 2022 siamo già a 143).

Recuperi che sono stati eseguiti su richiesta dei cittadini, che sempre più sovente si rivolgono alle associazioni per chiedere aiuto rispetto alla presenza di gatti abbandonati, non ottenendo nessun supporto rispetto alle autorità Comunali di competenza.
«Se questo numero si moltiplica per le altre cinque o sei associazioni presenti nel territorio, si percepisce un numero non indifferente di gatti in strada in pericolo per la loro incolumità ma soprattutto con la possibilità di ampliare l’abbandono e il randagismo» afferma la presidente di Gattopoli, Paola Cossutta.

La disciplina italiana

La disciplina italiana sugli animali d’affezione, a norma della legge nazionale, prevede il microchip non obbligatorio per il gatto e le Regioni, in particolare, hanno il compito di predisporre ed adottare un piano di prevenzione del randagismo, mediante l’istituzione dell’Anagrafe degli animali d’affezione.
Quest’ultimo è un registro in cui possono essere inseriti cani, gatti e furetti; soltanto per i primi, tuttavia, la legge nazionale stabilisce l’obbligo di microchip, un dispositivo contrassegnato da 15 cifre, associate in maniera univoca ai dati dell’animale e a quelli del proprietario, che consente di aumentare le probabilità di ritrovamento dell’animale smarrito e di scoraggiare la commissione del reato di abbandono di animali.

La Lombardia ha sancito un’inversione di rotta rispetto a tale normativa emettendo l’obbligo di microcippare anche i felini di proprietà. «Questo sarebbe lo scopo finale del nostro progetto, una richiesta alla Regione Piemonte per una proposta di legge che prenda in considerazione la tutela del gatto, come per il cane, e che cerchi di tamponare l’abbandono soprattutto nel periodo estivo, tramite un censimento - prosegue Cossutta - censimento che responsabilizza i proprietari dei felini, i quali avendo l’animale con microchip possono essere rintracciati in caso di fuga o abbandono del gatto. A tale scopo l’associazione Gattopoli, tramite il proprio veterinario e su proposta dell’Asl 12 servizio veterinaria, eseguirà su ogni gatto adottato l’applicazione del microchip, consegnato ai proprietari oltre alla scheda di adozione e al libretto sanitario, la scheda di proprietà dell’animale opportunamente censito. Infine si comunicheranno i dati a fine dell’anno al Garante per i Diritti Animali della Regione Piemonte, Enrico Moriconi, che rappresenta l’unico organo di tutela degli animali autonomo e indipendente nell'esercizio della sue funzioni, essendo non soggetto ad alcun controllo. Quest’ultimo ha il compito di presentare una relazione annuale al Consiglio regionale con proposte per migliorare il funzionamento delle istituzioni».
L.L.

 

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