l'iniziativa

"Un lavoro in Procura per vittima di violenza"

Il Procuratore: «Si sentirà protetta e avrà la possibilità di ritrovare la fiducia in se stessa»

"Un lavoro in Procura per vittima di violenza"
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Per la seconda volta verrà data un’opportunità lavorativa a una donna che, a causa dei soprusi e delle violenze subite nel contesto di uno dei tanti casi da “codice rosso” di cui la Procura si è occupata, ha perso ogni cosa tranne che quel pizzico di dignità e di forza morale che le possono consentire di ricominciare. L’iniziativa per le donne vittime di violenza, viene promossa dal procuratore capo, Teresa Angela Camelio, e dalla presidente del Soroptimist biellese, Elisabetta Vola, che nei giorni scorsi, al terzo piano del Palazzo di giustizia, hanno firmato un protocollo d’intesa (Foto scattata subito dopo la firma).

Il progetto

Si tratta di un impiego in Procura (a partire da luglio), in un ambiente “protetto”, per un periodo di quattro ore al giorno per cinque giorni alla settimana con uno stipendio (versato dal club di servizio che è composto nella sua totalità da donne che si occupano di casi di donne) di 400 euro al mese. Il primo contratto durerà sei mesi, ma l'obiettivo meritorio è quello di analizzare se sussistono le possibilità di proseguire con l’iniziativa per tre anni, dando così un’opportunità a una o più donne maltrattate in modo pesante al punto da essere estromesse dalla casa coniugale per essere ospitate in una struttura protetta.

Il Procuratore. «Si tratta di un progetto – spiega il procuratore, Teresa Angela Camelio - utile a venire incontro alla necessità di reinserimento delle donne vittime di violenza».
E’ certo una soluzione meritoria che può aiutare a ritornare in linea di galleggiamento quelle donne che hanno alle spalle dei trascorsi molto duri. «Spesso - è stato puntualizzato ieri - vengono proposti lavori meno qualificati, in questo senso possiamo dare una chance in più a chi dispone di un diploma o di una laurea».

Esperienza già vissuta

L’ottimismo ha regnato sin dal principio tra le due realtà. Procura e Soroptimist, infatti, si sono trovate subito d’accordo. Il progetto, che ha già ottenuto il benestare del Ministero, ha un precedente positivo che risale al 2018 e che consente oggi di bissare l’iniziativa con molto più ottimismo. In quel periodo - come ha spiegato il Procuratore - ha lavorato sei mesi in Procura una donna di origini straniere che, al termine del periodo concordato, ha deciso di tornare in patria, in Spagna, a svolgere la professione di prima e cioè il medico. «E’ come se queste persone fossero vissute in una bolla di sapone sotto tutti i punti i vista - precisa il Procuratore Camelio -: lavorativo, affettivo e a livello sociale. Grazie al lavoro qui da noi, quella donna si era sentita protetta e aveva ritrovato la fiducia in se stessa. Speriamo quindi che un miglioramento analogo si ripeta anche questa volta...».

 


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