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Sul caso del carcere di Biella attriti fra i sindacati di polizia penitenziaria

Per l'Osapp Andrea Delmastro Delle Vedove avrebbe attenzioni solo ed esclusivamente verso il carcere di Biella; il Sinappe fa un bilancio dell'organico.

Sul caso del carcere di Biella attriti fra i sindacati di polizia penitenziaria
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Dopo le recenti polemiche nate dal commento del segretario regionale dell'Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) nei confronti del Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove, che secondo Leo Beneduci avrebbe attenzioni solo ed esclusivamente verso «il carcere di Biella e non già gli altri istituti del Piemonte e della Liguria, dove la situazione è gravissima», il Sinappe (Sindacato Nazionale Autonomo Polizia Penitenziaria) risponde delineando un quadro sulla situazione biellese decisamente meno ottimista rispetto a quanto fatto dai colleghi.

Un passaggio critico dell'Osapp

«Non comprendiamo come il Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove riservi attenzioni solo ed esclusivamente il carcere di Biella - affermava Leo Beneduci mercoledì 27 marzo 2024 - e non già gli altri istituti del Piemonte e della Liguria, dove la situazione è gravissima: Torino, Ivrea, Cuneo, Asti, Saluzzo, Imperia, Sanremo ed altri ancora, al punto che è stata nuovamente rinnovata la missione forfettaria per ulteriori cinque ispettori fino al 30 giugno 2024. Inoltre, non è ancora chiaro chi abbia disposto la sospensione delle assegnazioni dei detenuti al carcere di Biella che è addirittura sotto la capienza normale: sono presenti circa 331 detenuti a fronte di una capienza normale di 370 detenuti e una capienza tollerabile di 570 detenuti, un vero scandalo».

Il Comunicato di Sinappe sul caso del carcere di Biella

Riceviamo e pubblichiamo:

In un articolo di stampa riassunto in un solo minuto di lettura ciò che hanno vissuto e stanno vivendo le donne e gli uomini in servizio alla Casa Circondariale di Biella è stato spazzato via, travolto dall’onta del “privilegio”. Parafrasando la promulgazione del Privilegium Othonis, ovvero quel documento in cui si afferma la superiorità del potere imperiale su quello papale, stabilendo che dopo l'elezione il Papa dovesse giurare fedeltà all'imperatore avrebbe dovuto esprimere il suo consenso alla consacrazione papale, in Piemonte registriamo ad una narrazione assai simile: Biella, sotto l’egida del suo borgomastro, avrebbe una preminenza sulle altre carceri del Distretto condizionandone finanche l’agibilità organizzativa. E così il racconto giornalistico, liberamente tratto da alcune poco illuminate considerazioni di fonte sindacale, dipinge Biella come una sorta di isola felice nel panorama penitenziario piemontese, dove i detenuti non arrivano più e l’istituto della missione forfettaria è utilizzato, sembra senza senno, per “ulteriori cinque ispettori fino al 30 giugno”.

Il penitenziario di Biella manca di 88 membri nell'organico

In uno strambo derby della discordia arbitrato dal borgomastro Biella soverchierebbe le altre province: eppure nel penitenziario, con tutte le distinzioni del caso e le debite proporzioni con gli altri penitenziari del Distretto, mancano 33 agenti, 31 sovrintendenti, 21 ispettori e 3 funzionari del Corpo. Sono proprio quei numeri, così fragorosi, che giustificano i provvedimenti di urgenza che l’Amministrazione Penitenziaria ha dovuto adottare rieditandoli, per giunta, nel tempo segno tangibile di una organizzazione del lavoro prossima al collasso con turni di servizio massacranti, certificati dal massiccio ricorso alle prestazioni di lavoro straordinario. Tralasciando i fatti di Biella che ha visto coinvolti 23 agenti che la Procura aveva chiesto di sospendere in quanto accusati di tortura nei confronti di tre detenuti e che lo scorso dicembre la Corte di Cassazione ha definitivamente riabilitato appare, francamente, faziosa una ricostruzione tanto ardita quanto bislacca. Se ognuno vale per le cose a cui da importanza, abbandonarsi a storie fantastiche di potenza immaginativa dall’acre sapore di avversione politica, ci pare un esercizio di scarsa coscienza: forse servirebbe maggiore umiltà!

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