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Suicidio assistito, raccolta firme a Mongrando e Sala

I due Comuni della Valle Elvo, assieme a Biella e Crevacuore, sposano la proposta di legge regionale “Liberi subito”.

Suicidio assistito, raccolta firme a Mongrando e Sala
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In Valle Elvo, i Comuni di Mongrando e Sala Biellese hanno dato la disponibilità a raccogliere le firme per la proposta di legge regionale “Liberi subito”, elaborata dall’Associazione Luca Coscioni per regolamentare l’aiuto medico alla morte volontaria, il cosiddetto “suicidio assistito”. Analoga disponibilità, nel Biellese, è stata data dai Comuni di Biella e di Crevacuore, e altri, verosimilmente, si aggiungeranno nelle prossime settimane.

Suicidio assistito, raccolta firme a Mongrando e Sala

«Iniziativa di civiltà». «Su richiesta del coordinatore in Piemonte dell’Associazione Luca Coscioni, Davide Di Mauro, ho aderito a questa iniziativa che è popolare, di civiltà, trasversale e che si colloca dalla parte dei cittadini e della propria libertà di scelta», dice il sindaco di Mongrando, Antonio Filoni. «Ad oggi - aggiunge -, sono 3.500 le firme raccolte sul territorio regionale, un risultato raggiunto in soli tre week-end dopo l’avvio della campagna, avvenuto il 10 marzo scorso a Torino».

Obbiettivo

L’obiettivo è raccogliere 8mila firme di cittadini residenti in Piemonte in 6 mesi per depositare in Consiglio regionale la proposta di legge e arrivare a una normativa che garantisca tempi certi e assistenza sanitaria per accedere ad una morte volontaria attraverso l’auto somministrazione del farmaco letale per coloro che, in ragione della sentenza della Corte Costituzionale 242/2019, meglio nota come Cappato/Antoniani, ne hanno diritto. Grazie a questa sentenza, per le persone malate che possiedono i requisiti previsti dalla Consulta, oggi è già possibile l’aiuto medico alla morte volontaria. «Ma il servizio sanitario non garantisce tempi certi per effettuare le verifiche. Così - si legge sulla locandina che promuove la proposta di legge di iniziativa popolare - le persone che, nella piena capacità di autodeterminarsi, intendono interrompere la propria vita perché affette a patologie irreversibili, con gravi sofferenze fisiche o psicologiche, e che sono tenute in vita da trattamenti di sostegno vitale, rimangono in attesa di Asl e Comitati Etici territoriali che per svolgere le loro funzioni di verifica delle condizioni possono impiegare mesi».

Il primo caso

Il 16 giugno dello scorso anno Federico “Mario” Carboni è stato il primo cittadino italiano a ottenere aiuto medico alla morte volontaria, nel rispetto della procedura prevista dalla sentenza della Corte Costituzionale. «Sono stati necessari però due anni di lotte giudiziarie e di attese, un tempo che non tutte le persone gravemente malate - si precisa nel volantino della campagna per la raccolta delle firme - possono affrontare».
Nei quattro Comuni sopra citati i cittadini possono recarsi a firmare negli orari d’ufficio.
L.B.

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