il caso

Sos agricoltura: "C'è acqua solo per uso potabile"

Il Consorzio Baraggia fa i conti con l’ennesima crisi dovuta alla scarsità di piogge

Sos agricoltura: "C'è acqua solo per uso potabile"
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Sos agricoltura: "C'è acqua solo per uso potabile"

L’emergenza siccità sembra non avere fine. Complice, al momento, un altro inverno senza precipitazioni significative, dopo un autunno altrettanto negativo, il Consorzio Baraggia lancia un grido d’allarme sulla quantità di acqua presente nei tre invasi di sua competenza che servono le province di Biella e Vercelli.
Il presidente Leonardo Gili è categorico: «Se la situazione resta questa, potremmo essere costretti a non aprire l’irrigazione. A rischio ci sono quasi 4.000 ettari di campi coltivati a mais e riso». In pratica la zona a ridosso del Vercellese, tra Cossato e Salussola, e per comuni come Masserano, Roasio e Castelletto Cervo.

I numeri del Consorzio Baraggia

La poca acqua presente negli invasi dovrà servire per l’idropotabile, assicurando così l’acqua da bere ad una fascia di 39 comuni e 50.000 abitanti da Borgosesia fino a Crescentino. I numeri (qui a lato) sono eloquenti se paragonati a due anni fa, quando tra Ingagna, Ostola (le due dighe che garantiscono l’acqua potabile) e Ravasanella si superavano i 12 milioni di metri cubi.

«Siamo a questo punto perché ai tempi non sono state realizzate le opere – ha affermato Gili - senza due dighe, comuni e migliaia di persone rimarrebbero senz’acqua e dovrebbero essere serviti tramite autobotti, che peraltro non ci sarebbero neanche. Ormai siamo di fronte ad una carenza idrica endemica. Nel recente passato, per l’irrigazione, ci siamo salvati con interventi straordinari. Ma occorrono altre opere urgenti».

La diga che attende da 17 anni

Si parla, ovviamente, della diga sul Sessera che si attende da 17 anni. Per il Consorzio il progetto è aggiornato con un ulteriore punto di prelievo prima delle diga, che permetterebbe, tramite canalizzazione, di avere 7 milioni di metri cubi d’acqua in più.

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