Silvia Avallone a Sassaia sulle orme di "Cuore nero"
Il racconto nel racconto del passaggio estivo nella sua cara Valle Cervo.
Il racconto nel racconto del passaggio estivo nella sua cara Valle Cervo.
Estate un pizzico biellese
Ciao Emilia, Bruno, Basilio. Quando ho scoperto questo nido di verde, cielo e pietra, quasi per caso qualche anno fa, i personaggi che covavo da tempo hanno preso corpo. Non avrebbero potuto nascere senza Sassaia, che si nascondeva proprio nella valle della mia infanzia, ma, come tutti i tesori, ho potuto trovarlo solo nel momento in cui ero pronta a riconoscerlo in tutto il suo significato».
Come è solita fare, la scrittrice Silvia Avallone ha dedicato un momento delle sue vacanze estive al Biellese, o, meglio, alla sua sempre prediletta Valle Cervo. Quest’anno, però, il passaggio nel Biellese ha toccato un luogo ancora più significativo, per lei, ovvero Sassaia, ambientazione del suo ultimo romanzo, “Cuore nero”. Ecco il racconto che Avallone fa di Sassaia, che ha visitato con il marito Giovanni Previdi (sua la foto in copertina) e le loro figlie: «Avevo anche io, come Emilia e Bruno, bisogno di cielo sopra la testa, montagne come orizzonte, silenzio. Desideravo un luogo con un lavatoio, un campanile senza orologio, lontano dalla Storia e dalla sua violenza. Protetto da castagni e faggi, da raggiungere a piedi, con fatica, con cura. Un’isola pulita, intatta, dove i miei personaggi e io potessimo non distrarci, non mentirci, non fuggire. Al contrario: scendere nelle profondità di noi stessi e riemergerne con un frammento di luce inedita. Con un nuovo inizio. Mi meraviglia e mi commuove sempre tornare qui. Nb: le lenzuola, che sono un correlativo oggettivo ricorrente in tutto il romanzo; il lavatoio, che è quello dove ho immaginato Bruno ed Emilia parlarsi per la prima volta; i voltoni tra le case, che le stringono in un abbraccio».