Sanità: indetto un nuovo sciopero nazionale.
La risposta dei sindacati ai mancati adeguamenti contrattuali richiesti dei dipendenti sanitari.
Dopo che le richieste dei sindacati FSI-USAE relative alle situazioni contrattuali degli operatori sanitari italiani sono state inconcludenti, è stato indetto uno sciopero nazionale per lunedì 11 ottobre. La Federazione dei Sindacati Indipendenti ha sostanzialmente insistito per quattro differenti modifiche ai contratti del settore sanità: l'aumento a 2000 euro netti mensili dello stipendio base, delle indennità professionali specifiche per il settore, una revisione delle classificazioni con percorsi di carriera aperti e il riconoscimento delle competenze professionali ed il posizionamento del sindacato nell’area dirigenziale delle professioni sanitarie.
Adamo Bonazzi, Segretario Generale della Federazione ha dichiarato a tale proposito: “Serve rispetto per gli operatori sanitari a cui va riconosciuta una dignità professionale che oggi - nei fatti - viene negata. Assistiamo alle pantomime della triplice, che fa dichiarazioni assurde a cui sa di non poter tenere fede e alle bugie delle false organizzazioni di categoria che addirittura chiedono di spostare la firma del contratto al 2022 perché non sanno come giustificarsi per le fandonie che hanno raccontato ai lavoratori. Con il CCNQ di individuazione dei comparti si poteva procedere a transitare le professioni sanitarie di cui alla legge 42 del 1999 nell’area della dirigenza ma loro non hanno voluto. Si dicono di categoria ma la verità è che non sono preparati alla crescita culturale della categoria che vorrebbero rappresentare e subiscono la sudditanza dai medici e quindi vogliono che gli infermieri (e le altre Professioni Sanitarie) restino nel comparto.”