"Rsa, il Biellese rischia di scoppiare"
La lettera aperta e l'analisi della direttrice del Cerino Zegna: "La legge 33 e i decreti attuativi da rivedere"
Lettera aperta di una “vecchia” direttrice di Rsa su una situazione di precarietà del sistema di accoglienza e di cura e assistenza degli anziani in particolare non autosufficienti.
La lettera di Paola Garbella
Quando domenica 4 febbraio il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenendo a Trento in occasione della assegnazione alla città del titolo di capitale europea del Volontariato, ha sottolineato con enfasi il “Valore del lavoro di Cura” ho pensato a come questo valore, “l’I Care di Don Milani”, proprio nel centenario della sua nascita, fosse il punto focale del mondo dei servizi alla persona, in particolare il mio mondo dei servizi e della cura alla popolazione anziana soprattutto se non autosufficiente. Ho unito questo pensiero all’idea che per prendersi davvero Cura di una società nuova, a curva invertita tra vecchi e giovani, non bastano più i continui allarmi riferiti “all’inverno demografico”, perché non credo che una nazione possa sopravvivere quando la popolazione ultrasessantacinquenne supera il 25% della popolazione totale, con punte di Indice di vecchiaia superiori a 280 (2,8 anziani ogni giovane presente) soprattutto in alcune zone del Paese, ad esempio la provincia di Biella ove vivo ed opero.
Non regge da nessun punto di vista, soprattutto economicamente, come stanno dicendo tutti gli esperti, in particolare allarma la sostenibilità del sistema pensionistico, ma non può reggere socialmente poiché vengono a mancare “le braccia” (e le menti) per sostenere il sistema socio-economico nella sua interezza e complessità (vedi Carlo Marroni su Il Sole 24 ore del 4 giugno 2023).
Ed ecco un fatto concreto: la Legge delega n.33 del marzo 2023: una cornice importante, finalmente, anche il nostro Paese, ha una norma che contemplerà tutti i diversi livelli di intervento nel senso più ampio ed esteso del termine e da fine gennaio 2024 i Decreti attuativi. Ci aspettavamo “Modello organizzativo e risorse”, per questo molti contributi sono stati portati all’attenzione dei legislatori, da più parti della società civile (esempio: il patto per la non autosufficienza), poiché la tematica dell’invecchiamento è articolata e sfaccettata, direi complessa, e va vista nel suo insieme, affrontando con realismo il nuovo assetto demografico con interventi a tutto campo, dall’urbanistica ai servizi alle persone, se vogliamo traghettarci dignitosamente in questo nuovo scenario tipico delle società occidentali.
Dall’osservatorio, direi privilegiato, delle organizzazioni che, da tanti anni, svolgono l’attività in senso lato di “Servizi per anziani e loro famiglie”, ho potuto verificare che esistono soluzioni organizzative applicabili e, soprattutto, replicabili, volte a fronteggiare il tema, affinché ciò che appare e che da tutti viene indicato come un grave problema, l’inverno demografico, si trasformi in una opportunità per quei territori che sapranno essere capaci ed attrattivi.
Ma i Decreti attuativi o meglio la messa in opera della Legge 33 non ha dato i risultati attesi; rimando ai commenti di Chiara Saraceno su La Stampa del 1 febbraio 2024, il data room di Milena Gabanelli Corriere della Sera del 31 gennaio 2024, i commenti del prof Cristiano Gori su Avvenire del 3 febbraio 2024 in una intervista alla vice ministro Bellucci, l’accorata richiesta del Presidente di Uneba al Presidente del consiglio Giorgia Meloni su una delle ultime newsletter della associazione principale in Italia che riunisce enti non lucrativi di utilità sociale dedicati alla cura di anziani fragili e disabili.
La lettera completa e approfondimenti in edicola oggi, giovedì 22 febbraio, su Eco di Biella.