Nuovo servizio

Rete Dafne Biella, uno sportello per le vittime di reato

Inaugurato venerdì scorso nella sede Acli di via Orfanotrofio a Biella, per dare sostegno e supporto psicologico e fornire informazioni

Rete Dafne Biella, uno sportello per le vittime di reato
Pubblicato:

"Un tassello in più che va ad aggiungersi a tutta una rete di servizi presenti sul territorio. Mi auguro che possa aiutare tante persone". Usa queste parole Isabella Scaramuzzi, assessore alle politiche sociali e assistenziali del Comune di Biella, prima del taglio del nastro (avvenuto venerdì pomeriggio scorso) dello sportello di Rete Dafne Biella nelle sede Acli di via Orfanotrofio 16, un servizio rivolto alle persone vittime di reato e ai loro familiari, per offrirgli informazioni, orientamento, accoglienza, ascolto, supporto psicologico, accompagnamento ai servizi pubblici e privati sul territorio e consulenza medico-psichiatrica.

Taglio del nastro venerdì scorso

È stato protagonista del taglio del nastro, insieme all’assessore Scaramuzzi, Marcello Maddalena, magistrato emerito e presidente di Rete Dafne Onlus. "Ringrazio e mi complimento per l'adesione - ha detto -. Questa iniziativa era partita dalla Procura di Torino nel 2008 proprio perché le vittime di reato erano molto spesso disorientate e si è voluto dare loro un supporto. Prima era solo una rete e poi è diventata associazione, che vanta l’appoggio di legali che danno informazioni indispensabili ad accompagnare le vittime, e di psicologi per dare loro il giusto supporto. Spero che riusciranno ad insegnare alle persone qualcosa di diverso dalla rassegnazione, con un aiuto diretto sempre più in prossimità del reato. Le vittime sono molto spesso di genere femminile e in ambito famigliare. La speranza è che l’iniziativa cresca sempre di più". Gli sportelli ora sono presenti a Torino, Alessandria, Cuneo, Asti, Vercelli e in molte altre città fuori regione.

Un aiuto per le vittime di reato

Lo sportello di Biella, già operativo dal mese di luglio, è stato reso possibile grazie alla collaborazione di Rete Dafne Onlus con il Comune di Biella, con Impresa Sociale Anteo Cooperativa e con l’associazione di promozione sociale Aps Paviol. È attivo anche grazie anche all’importante sostegno di Regione Piemonte, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Fondazione Intesa Sanpaolo Onlus, Fondazione Cassa di Risparmio di Biella. I promotori del progetto pongo l’accento sulla possibilità di usufruire dello sportello per ogni tipo di reato, dalla violenza e il maltrattamento alla truffa. "Il nostro desiderio - sottolineano - è quello di metterci a disposizione delle persone. Il prossimo passo che faremo sarà un grosso lavoro di sensibilizzazione con le Forze dell'Ordine, collaborando attivamente con loro".

Rete Dafne fonda il proprio stile di lavoro anche a partire dalla Direttiva 2012/29/UE “Norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato”, in particolar modo sull’esplicita richiesta agli Stati membri di assicurare alla vittima, in funzione delle sue esigenze, l’accesso a specifici servizi di assistenza riservati, gratuiti e operanti nell’interesse della vittima, prima, durante e per un congruo periodo di tempo dopo il procedimento penale.

Dopo l’inaugurazione, Alessandra Musicò di Anteo ha presentato Sonia Caronni, garante dei diritti delle persone del Comune di Biella, che ha preso contatto con l’associazione Rete Dafne per poter aprire lo sportello in questione. È intervenuto poi anche il direttore del carcere di Biella Ignazio Santoro. "Io sono qui da un mese - ha affermato - quindi non posso dire molto, ma ringrazio chi ha reso possibile questa iniziativa. Quello che posso dire è che stiamo lavorando per far venire a Biella l’ex ministro Marta Cartabia per farle svolgere un seminario sulla giustizia riparativa. Di questo se parlerà ad aprile". La legge Cartabia sulla giustizia riparativa, regolata per la prima volta in Italia nel 2022, consiste nel tentativo di risanamento del legame tra vittime, colpevoli e comunità, dopo che quel legame è venuto a mancare con il compimento del reato. Su questo Maddalena di Rete Dafne Onlus ha aggiunto: "La riforma Cartabia è stata una scommessa e indica un percorso che si sta attuando. Però è necessario rispettare la volontà della vittima, non la si può obbligare a risanare il legame. Io come magistrato che opera da quasi 50 anni desidero che le vittime denuncino, però bisogna rispettare la scelta della persona. Bisogna mettersi nei panni dell’altro".

Seguici sui nostri canali