Agricoltura e Politica

Prolungata di un mese la caccia ai cinghiali

Lo ha deliberato la Regione Piemonte. Previste anche nuove immissioni di fagiani, pernici rosse, lepri e starne.

Prolungata di un mese la caccia ai cinghiali
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Prolungato di un mese il calendario di caccia ai cinghiali. E' questa una delle decisioni prese dalla Regione Piemonte nell’ultima Giunta prima della pausa estiva. Su proposta dell’assessore regionale al Commercio, agricoltura e cibo, caccia e pesca e parchi, Paolo Bongioanni, nella mattinata di oggi, venerdì 9 agosto, sono state approvate due nuove misure per la gestione della caccia al cinghiale e un ancora più pressante contenimento della specie responsabile della Psa, la Peste suina africana.

Caccia ai cinghiali ininterrottamente per 4 mesi

Queste le parole dell'assessore Paolo Bongioanni:

«La prima delibera, fortemente voluta dalle associazioni agricole, riguarda il contenimento del cinghiale nel contrasto sanitario alla Psa e autorizza i proprietari e conduttori di un fondo rurale a effettuare abbattimenti di cinghiali anche in un raggio di 500 metri oltre i confini del proprio appezzamento, anche avvalendosi dei soggetti autorizzati e appositamente incaricati dalle amministrazioni competenti.

«La seconda delibera prolunga di un mese il calendario venatorio in Piemonte, permettendo ai cacciatori la battuta al cinghiale ininterrottamente per quattro mesi dal 15 settembre al 15 gennaio anziché - com’è stato finora - in un periodo di tre mesi scelto fra il 15 settembre e il 15 dicembre o dal 2 novembre al 30 gennaio. Si incrementa quindi in modo considerevole la possibilità di procedere alla caccia al cinghiale, riducendone il numero e di conseguenza la pressione sulle colture agricole, senza naturalmente dimenticare che l’attività venatoria nelle aree indenni dalla Psa comporta anche una riduzione dei possibili contatti fra il selvatico sano e quello affetto dal virus».

Caccia ai cinghiali anche con i visori notturni

La norma recepisce la modifica introdotta a livello nazionale dalla nuova legge sull’agricoltura, la 101 del 14 luglio 2024 (la cosiddetta “Legge Lollobrigida”).

Altra importante novità introdotta dalla legge 101 e recepita in questa delibera è che, nelle azioni di prelievo selettivo dei cinghiali, gli operatori potranno ora avvalersi di dispositivi di puntamento, anche digitale, per la visione notturna.

Forse anche i militari potrebbero dare il loro contributo

«Questi due provvedimenti - aggiunge l'assessore Bongioanni - vanno a rafforzare e rendere ancora più efficace e armonico il contributo dei diversi soggetti coinvolti a 360° nell’opera di contenimento della specie cinghiale e nella lotta alla diffusione della Psa: cacciatori, Polizia provinciale, guardiaparco, agricoltori, Gruppi Operativi Territoriali. Una lotta nella quale contiamo a breve di poter aggiungere anche il contributo dei militari e le altre misure su cui ci siamo confrontati nei giorni scorsi con il dottor Giovanni Filippini, prima fra tutti la nascita di un coordinamento delle Regioni coinvolte dalla pandemia».

Nuove immissioni di fagiani, pernici rosse, lepri e starne

Una terza delibera, sempre approvata dalla Giunta in data odierna su proposta dell’assessore Bongioanni, permette infine per la stagione venatoria 2024-25 nuove immissioni, in deroga alla legge regionale 5 del 2018, di capi di 4 specie cacciabili: fagiano, pernice rossa, lepre e starna. È una richiesta venuta dagli Ambiti Territoriali Caccia e dai Comprensori Alpini per sostenere il ripopolamento naturale e l’autoriproduzione della fauna in territorio libero attraverso l’immissione di capi provenienti da allevamenti autorizzati.

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