la storia

Paolo Chioso, volontario Cavaliere della Repubblica

Paolo Chioso, 71 anni, storico presidente di Auser si racconta: «Il volontariato ti cambia la vita»

Paolo Chioso, volontario Cavaliere della Repubblica
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«Quando il sindaco mi ha telefonato, mercoledì 20 luglio, chiamandomi “Cavaliere della Repubblica” gli ho detto che aveva sbagliato numero… erano le 8 e un quarto di mattina, non ho neanche realizzato quello che stava dicendo. Non mi sarei mai aspettato di essere candidato per un simile riconoscimento». Sorride Paolo Chioso, di recente nominato Cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica Italiana, nel raccontare la telefonata del primo cittadino di Pray, Gian Matteo Passuello, con cui gli veniva annunciata l’assegnazione del più alto degli ordini della Repubblica Italiana.

Paolo Chioso, volontario Cavaliere

Chi è. Settantuno anni, sposato con Ornella, papà e nonno, ha un cuore grande come tutto il paese di Pray. Anzi, molto di più. Ex dipendente della Vitale Barberis Canonico, è stato, insieme a Loredano Miloni, Giorgio Monari e al compianto Giulio Aimone Ceschin, tra i fondatori dell’Auser volontariato Valsessera, un’associazione che conta 35 volontari e che si occupa principalmente di trasporto di persone disabili o dalla mobilità ridotta. Associazione di cui ancora oggi Paolo Chioso è presidente e che, sotto la sua guida è cresciuta tanto da diventare più un punto di riferimento per l’intera Valle. «Paolo – dice di lui il sindaco, Gian Matteo Passuello - è l’immagine vivente della disponibilità. Oltre a essere sempre presente con le associazioni è anche una persona di gran cuore. E’ l’emblema di quello che in questo momento si può definire una persona meritevole, ben integrata nel contesto sociale e che da un buon contributo al bene comune».
Una vita, quella di Paolo Chioso, che da decenni si intreccia a quella della comunità valsesserina, fino a fondersi completamente: dal 1980 al 2011 è stato amministratore del Comune di Pray (per dieci anni ha ricoperto la carica di assessore insieme al sindaco Robiolio e per altri 20 è stato invece consigliere d’opposizione), ha guidato il Gruppo ricreativo del Cechin di Pianceri Alto, ha fatto parte dell’organizzazione della Festa della Fagnana e collaborato con numerosissime associazioni locali.

Impegno

L’impegno che Chioso ha profuso ogni qual volta ce ne fosse bisogno, è sempre stato grande. Come in occasione del terremoto del 2016, quando - insieme al sindaco di Pray, Gian Matteo Passuello – ha consegnato a Pieve Torina dei container per il riavvio di attività commerciali e artigianali post terremoto. Un’azione resa possibile grazie alla raccolta fondi organizzata tra comuni e associazioni della Valsesia e della Valsessera.
Poi tanti i servizi resi con Auser, dal trasporto anziani all’acquisto di una carrozzina per Nour, bambina di quattro anni di Crevacuore impossibilitata a camminare sin dalla nascita: «A scuola usava quella della struttura, ma a casa – spiega Chioso – non ne aveva una. Per questo anche portarla dall’asilo a casa era problematico. Abbiamo coinvolto dei tecnici di Treviso che hanno progettato una carrozzina su misura per lei. La piccola ha potuto scegliere il colore, le ruote, e tutto il resto. La carrozzina che le abbiamo alla fine consegnato dovrebbe essere di una misura adatta fino a circa 15 anni, quindi salvo imprevisti la potrà unsare per un bel po’ di tempo…».
Ma il gesto che più gli è rimasto nel cuore è Davide Campisi, ragazzino paraplegico residente in valle, al quale Auser ha regato un’auto e un montascale per casa. «Conoscevo Davide da tempo – racconta Chioso – andavo a prenderlo a scuola perché non poteva usare il pulmino. L’ho seguito dalla terza elementare fino all’esplosione di pandemia da Covid-19. L’ho anche accompagnato a una gita al mare: i compagni avevano preso il treno, lui non poteva a causa della sua patologia, così l’ho portato giù in auto. E’ una persona che mi è rimasta nel cuore perché lui è un ragazzo meraviglioso e frequentarlo, vederlo e poterlo aiutare tutti i giorni è stata una cosa bella. Si è creato un legame. Ha fatto un libro, insieme ai suoi comapagni di scuola, e me lo ha voluto dedicare, mi ha autografato una copia. Riceverla è stata un’emozione che non dimenticherò mai».

Dare e ricevere

Fare volontariato non è solo donare il proprio tempo, ma è anche ricevere tanto: «IL volontariato – conclude Chioso – cambia le persone. Sia chi da, sia chi riceve. Bisogna essere predisposti, non si può essere volontari a metà: se uno decide di intraprendere questa strada deve mettersi in gioco fino in fondo. Io l’ho fatto, ed è un’esperienza che mi ha arricchito tanto e che mi arricchisce ogni giorno. Ho avuto la grande fortuna di avere una moglie, Ornella, che non mi ha mai ostacolato rispetto questa mia passione, anzi. Mi ha sempre sostenuto, ed è grazie a lei che ho potuto fare tutto ciò che ho fatto fino ad oggi, e se sono felice lo devo a lei».
Shama Ciocchetti

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