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Ospedale Biella, ecco le foto dei primi due impianti di pacemaker senza fili

Gli interventi, eseguiti lo stesso giorno nelle scorse settimane, vanno ad aumentare le funzionalità del reparto di Asl Biella offrendo così una nuova importante possibilità di trattamento per i pazienti.

Ospedale Biella, ecco le foto dei primi due impianti di pacemaker senza fili
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Primi due impianti di pacemaker leadless, il più piccolo pacemaker al mondo per la gestione della bradiaritmia, nel reparto di Cardiologia del Nuovo Ospedale degli Infermi di Ponderano. Gli interventi, eseguiti lo stesso giorno nelle scorse settimane, vanno ad aumentare le funzionalità del reparto di Asl Biella offrendo così una nuova importante possibilità di trattamento per i pazienti.

Primi due impianti di pacemaker

A spiegare la portata delle due operazioni è il dottor Biondino Marenna, Dirigente Medico della Cardiologia di Asl Biella, che le ha eseguite con il suo staff e in collaborazione con il dottor Massimo Mantica, dell'Istituto Clinico Sant'Ambrogio di Milano, intervenuto in veste di tutor indicato dall’azienda produttrice del dispositivo. Marenna illustra le differenze tra la tipologia senza fili e l’impianto di pacemaker più consueto.

Come funziona

«Il pacemaker tradizionale richiede l’impianto di un elettrocatetere attraverso una vena che decorre in corrispondenza della spalla e che, successivamente, viene collegato al generatore di impulsi posizionato in regione sottoclaveare e nel sottocute – dice il cardiologo del centro di Asl Biella –Questo procedimento richiede un’incisione di circa 6-7 centimetri e può esporre il paziente a complicanze, soprattutto di sanguinamento locale e infezioni».
«La particolarità del pacemaker leadless invece è che questo viene introdotto per via percutanea, quindi pungendo una vena a livello inguinale e senza alcuna incisione, con un approccio minimamente invasivo senza l'uso di elettrocateteri – continua – Il dispositivo si ancora all’interno della camera cardiaca con delle barbe, “uncini” che gli consentono di rimanere in contatto con la superficie interna del cuore e di stimolarlo in caso di necessità. Tutto ciò consente di ridurre le complicanze se comparato con un impianto convenzionale».
Le dimensioni di tale strumento sono una lunghezza di 25,9 millimetri, un diametro di 6,7 millimetri e un peso di 1,75 grammi.

Rischi ridotti

Il pacemaker leadless consente di ridurre significativamente i rischi di infezione e sanguinamento, soprattutto su pazienti considerati ad alto rischio per via di una fibrillazione atriale o per una terapia anticoagulante in corso. «Questo dispositivo non comporta nessun taglio, essendo inserito nella vena femorale destra, senza lasciare segni esteriori sul paziente – conclude Marenna – L’intervento è più veloce rispetto a quello tradizionale, con una durata di 30/45 minuti, e viene eseguito in anestesia locale». Guarda la fotogallery:

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