SCUOLA E OMICRON

"Non si fa in tempo a far rientrare una classe dalla quarantena che ci deve tornare"

Nuovi contagi nelle stesse classi di ritorno in presenza. Ed è subito didattica a distanza. E poi cattedre scoperte, ma certi supplenti dicono “no”. 

"Non si fa in tempo a far rientrare una classe dalla quarantena che ci deve tornare"
Pubblicato:

Nuovi contagi nelle stesse classi di ritorno in presenza. Ed è subito didattica a distanza. E poi cattedre scoperte, ma certi supplenti dicono “no”.

La situazione

Si temeva un continuo rimbalzo tra lezioni in presenza e a distanza, ma pare proprio che la situazione contagi nelle scuole sia ben più complessa. Questa è la settimana, infatti, del rientro di molte classi dalle “prime” quarantene, dopo il riavvio dello scorso 10 gennaio. E già le stesse classi, con nuovi contatti o positività, ricadono in nuove quarantene.
Dunque, la Dad non si sta rivelando una soluzione tampone, ma una vera e propria forma di continuità didattica. L’unica di fatto possibile, con il limite di casi Covid raggiunto. Mentre laddove avvengono i rientri - sono costretti ad ammettere i presidi - le incombenze dovute ai problemi sanitari e parasanitari finiscono per togliere spazio alla gestione delle attività strettamente legate alla formazione degli studenti.

Numeri in calo, ma alti. «In questa fase di rientri delle classi dopo i dieci giorni di quarantena richiesti, ci sono nuovi positivi. Bisogna allora stabilire se e come rimettere in frequenza oppure in Dad le stesse classi. La situazione è molto complessa - spiega la preside del “Bona”, Raffaella Miori, che dirige anche l’Ic di Valdengo, dove come negli altri Comprensivi la situazione provocata da Omicron è ancora più complicata. D’altro canto c’è la soluzione mista, cioè la classe in semi Dad: «In questo caso, la soluzione è più gestibile per i ragazzi ma più difficoltosa per il corpo docente». E, va detto, le casistiche spuntano di giorno in giorno, si arriva addirittura ad avere studenti che, per una somma di vari motivi, non rientrano a scuola dalle vacanze di Natale.
«I numeri sono in calo, ma restano alti - prende atto il preside dell’Iis “Gae Aulenti”, Cesare Molinari - Ad oggi, abbiamo più classi che stanno rientrando di quelle che stanno uscendo. Direi che siamo sul 13 per cento di classi a casa rispetto al precedente 20 per cento. Gli insegnanti a casa, invece, sono una 20ina».
E per un professionale Omicron impone di rivedere anche le soluzioni pensate per i laboratori: «Abbiamo dovuto far fronte anche all’assenza sia del docente di Sala che di quello di Cucina all’Alberghiero con conseguente sospensione dei laboratori. Potendo contare su almeno uno di loro due eravamo riusciti a garantire la pratica, ma in questo caso non ce l’abbiamo fatto e siamo ricorsi a lezioni di teoria con i supplenti di altre materie».

Prof-genitori a casa. La “filiera” è connessa: i contagi alle elementari coinvolgono spesso i figli degli insegnanti, tenuti quindi a restare a casa dalle superiori. «Quando casi di contagio rientrano sotto i tre e la classe può rientrare in presenza, succede che poi si risalga e sia necessaria nuovamente la Dad - conferma il preside del liceo “G. e Q. Sella”, Gianluca Spagnolo - Per quanto possibile, non è facile seguire i plessi come prima», aggiunge il dirigente del liceo, che quest’anno tra l’altro è diviso in quattro sedi diverse. Lì i casi di allievi a casa sono scesi dal 40 per cento al 25 per cento, ma tenere la situazione sotto controllo richiede sforzi considerevole, basti solo pensare alla contabilità dei numeri che determinano lezioni in presenza o quarantene o rientri di gruppo o singoli per centinaia di ragazzi (e nei Comprensivi bambini). «In più, l’attenzione si è spostata sulla gestione dei figli minori, a casa in Dad. I nostri insegnanti sono anche mamme e papà». I supplenti? «Non è facile trovarli. Dati i periodi di servizio brevi richiesti, succede anche che chi è disponibile rifiuti il posto», fa notare Raffaella Miori.

Seguici sui nostri canali