IL PERSONAGGIO

Maria Elena, la gattara che non voleva gatti

Il primo è stato Fiocco. Ma della famiglia fanno parte anche cani, bengalini e... sei figli. Ora gestisce una colonia felina di 20 “pelosetti” riconosciuta dal Comune. 

Maria Elena, la gattara che non voleva gatti
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Il primo è stato Fiocco. Ma della famiglia fanno parte anche cani, bengalini e... sei figli. Ora gestisce una colonia felina di 20 “pelosetti” riconosciuta dal Comune.

La storia

Ogni micio ha un nome. E una storia. C’è Grace, la super mamma che, negli anni, ha dato alla luce tanti bei cuccioli. C’è la dolcissima Pippi, guarita dalla Fip (la peritonite infettiva felina, ndr) con un ciclo di cure molto costose, sfidando il parere del veterinario dell’Asl di Biella. E c’è Alvin, adottato da una famiglia e “restituito” tre anni dopo, pauroso verso tutti e tutto e con tre zecche nascoste nel pelo che gli succhiavano il sangue. E poi ci sono Pulcinotto, Stella, Puffetta, Tigre...
Ad oggi sono 20 i gatti che compongono la colonia felina di Casale Vigna, recentemente riconosciuta dal Comune di Graglia assieme a un’altra, a Casale Campiglie. A occuparsene è Maria Elena Plona, 55 anni, una delle due gattare individuate dall’amministrazione.

«Sono arrivata a gestire fino a 30 gatti - racconta la donna, che si guadagna da vivere facendo le pulizie -. Per alcuni di essi sono riuscita a trovare una famiglia disposta a prendersene cura, altri, purtroppo, sono morti, per lo più travolti dalle auto, che qui sfrecciano a gran velocità. L’ultimo in ordine di tempo l’ho recuperato esanime tre mesi fa. Ho chiesto in Comune di mettere due dossi artificiali, per obbligare gli automobilisti a rallentare, ma mi è stato risposto che non è possibile...».

Da Fiocco in poi. Tutto è cominciato nel 2013, quando a casa di Maria Elena è arrivato il primo micio, Fiocco. «L’abbiamo preso perché mia figlia desiderava tanto avere un gatto. Io, inizialmente, ero contraria: tenere un animale richiede impegno e già sapevo che sarebbe toccato a me prendermi cura di lui. Inoltre, avevo paura di affezionarmi e di soffrire perché mi conosco, sono fatta così», spiega. Invece dopo Fiocco è arrivato Pongo, «per tenergli compagnia». E, poco alla volta, ecco arrivare gli amici dei mici e altri loro a-mici, le mamme con i cuccioli. «Nonostante i miei due “pelosetti” fossero entrambi sterilizzati e vivessero in casa - racconta la donna - la “famiglia” in breve tempo si è allargata». Maria Elena si è presa cura di tutti, nessuno escluso. «Man mano che riuscivo a “catturarli” (molti sono selvatici e non si lasciano avvicinare facilmente), ho fatto sterilizzare le femmine e ho cercato di allontanare dal pericolo della strada i gatti più “domestici”, accogliendoli in casa».

Per tutti loro, pasti garantiti ogni giorno, tra crocchette e scatolette di “umido” («non quelle dei discount, quelle di marca. E quanto mangiano!»), tante coccole, un tetto sicuro e le cure necessarie, dall’antipulci ai vaccini, dalle sterilizzazioni alle terapie in caso di malattia. Tutto a spese di Maria Elena. «Quando Pippi aveva la Fip - racconta - ho speso 3mila euro per farla curare. Dall’Asl mi dicevano che erano soldi buttati perché dalla Fip non si guarisce. Invece, grazie ai farmaci e alla professionalità della veterinaria Francesca Mosca, dopo tre mesi la micia è guarita: ora sta benissimo ed è diventata una coccolona. E’ in quella circostanza che ho conosciuto Alberto Scicolone, presidente dell’associazione Legami di Cuore, la cui collaborazione si è rivelata preziosissima. Altrettanto prezioso, nel tempo, si è rivelato anche l’aiuto dell’Aspa - Animali solo per amore di Cossato, nella persona di Simona Vialardi».

Con il riconoscimento della colonia felina la situazione non cambierà. «Il Comune non concorrerà alle spese né per l’alimentazione dei “pelosetti” né per la loro sterilizzazione. «Ma almeno - spiega la gattara - gli animali che hanno scelto di vivere qui saranno più tutelati perché, grazie ad appositi cartelli, si saprà che non sono randagi e che c’è una persona che si occupa di loro». Non solo gatti, però. Nella grande famiglia di Maria Elena Plona (ha sei figli) c’è posto anche per due cani di razza pastore biellese, Laika e Jack, rispettivamente di 26 e 30 chilogrammi, e per i bengalini, uccellini allegri e coloratissimi. «In casa mia non ci si annoia mai - ammette -. E per star dietro a tutti... addio vacanze!».

Lara Bertolazzi

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