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La storia di Rosita, morta alla soglia dei 100 anni

Ruza Vidojevic li avrebbe compiuti il 1° gennaio. Da Dubrovnik al Biellese per amore di un alpino

La storia di Rosita, morta alla soglia dei 100 anni
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La storia di Rosita, morta alla soglia dei 100 anni

Lutto a Magnano per la scomparsa a 99 anni, proprio nel giorno di Natale, di Ruza Vidojevic. La donna, origini croate, giunta in Italia dopo essersi innamorata di un partigiano biellese, Ettore, al secolo Enrico Bena, di stanza in Jugoslavia, prima come sergente maggiore degli alpini poi in forza alla Divisione italiana partigiana “Garibaldi”, nella Guerra di Liberazione condotta in Jugoslava contro la Germania nazista.
Bena, che per le sue gesta da partigiano, alla fine della guerra, nell’estate del 1945, ricevette un “Diploma d’onore” dal Comando della stessa Garibaldi e una medaglia al merito di guerra (qui accanto raffigurate), è morto nel 1998.

Chi era

Ruza, per tutti Rosita, a dispetto dell’età (avrebbe compiuto 100 anni proprio il giorno di capodanno) godeva di ottima salute e anche di recente - nonostante da circa sessant’anni la sua vita si svolgesse prevalentemente a Torino, aveva trascorso, come spesso accadeva, soprattutto d’estate, alcuni giorni a Magnano con l’amato figlio Claudio Enrico. Tanti gli scatti che la mostrano al lavoro ancora fino a poche settimane fa nella casa di campagna biellese.
E’ stato proprio il figlio ad annunciare via social la perdita dell’adorata mamma: «Oggi nel giorno di Natale ho perso la mia mamma, qualcosa dentro di me è morto con lei».

L'ultimo saluto

Piangono la perdita di Rosita anche l’altra figlia Nadia, il genero Argante e il nipote Maurizio. Il funerale di Ruza Vidojevic è stato celebrato a Torino nei giorni scorsi presso la Parrocchia Maria Madre di Misericordia di Torino. La salma è stata poi traslata nel Biellese, a Magnano, dove una benedizione si è tenuta presso il cimitero del paese, dove Ruza “Rosita” Vidojevic aveva scelto di riposare, accanto al suo amato Enrico.

Andrea Moggio

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