Le storie dell'11 settembre

La politica biellese racconta del crollo delle Torri Gemelle

Sono decine i ricordi raccontati dagli amministratori del territorio biellese: «L'atmosfera era surreale».

La politica biellese racconta del crollo delle Torri Gemelle
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Le testimonianze sulla tragedia dell'11 settembre 2001 e il crollo delle Torri Gemelle di New York sono state trasversali in tutto il Biellese: si sono espressi anche diversi rappresentanti della politica locale, fra cui il sindaco di Biella Claudio Corradino e il presidente della provincia Emanuele Ramella Pralungo. Ognuno di loro ha raccontato dove si trovava in quel momento, che cosa stava facendo e in che modo questo attentato rivoluzionò la vita sul territorio biellese...

Attentato alle Torri Gemelle, il ricordo 22 anni dopo

«Ero in macchina vicino alla stazione di Biella quando sentii la notizia alla radio: inizialmente trovai strano che un aereo si fosse schiantato in mezzo alla città. Poi immediatamente dopo arrivò la notizia del secondo schianto e poi fu un susseguirsi di notizie e aggiornamenti. Eravamo tutti basiti, avvenne tutto così rapidamente: all'inizio sembrava si fosse trattato di un tragico incidente, poi scoprimmo che si trattava di un attentato calcolato che ebbe conseguenze su tutto il mondo con lo scoppio di una guerra e lo stravolgimento delle relazioni internazionali. Anche sul piano sociale e culturale le ripercussioni sono tangibili ancora oggi».

Claudio Corradino, sindaco di Biella

«Ho un ricordo molto vivido di quella giornata: ero con mio nipote che aveva compiuto 5 anni il 6 settembre. Eravamo da poco rientrati a casa dal castello di Quaregna quando abbiamo acceso la televisione: abbiamo visto in diretta lo schianto del secondo aereo, è stato incredibile. Mio nipote e io guardavamo increduli, lui non capiva ciò che stava succedendo: continuava a chiedermi se fosse vero. Ho telefonato subito a mio padre in officina, anche lui stava seguendo la cosa alla radio. Mi disse che anche fra i clienti c'era un'atmosfera plumbea: era come se fosse successo qualcosa che ha toccato tutti noi».

Katia Giordani, sindaca di Quaregna Cerreto

«Stavo rientrando dal mare, dopo aver fatto visita al gruppo anziani di Torre Pedrera. Giunta alla stazione di Biella ho notato tutte le persone presenti al bar, incollate alla TV: vedevo mani nei capelli, persone incredule ed esterrefatte. Arrivata poi a casa, la tragedia è passata in tele fini a tarda sera».

Anna Maria Zerbola, sindaca di Cerrione

«All’epoca facevo l’agente di commercio di articoli tecnici per la meccanica. Quel pomeriggio ero a Milano da un cliente e i loro operai erano tutti in fermento perché era arrivata la notizia. Io non ci volevo credere. Sono venuto a casa e mi fermavo negli autogrill a vedere spezzoni di televisione. L’atmosfera era surreale silenziosa e glaciale. C’era anche pochissimo traffico sia sulla tangenziale che sull’autostrada. Quando sono arrivato a casa moglie e figli erano tutti sconvolti e a Zimone non c’era anima viva in giro. Mi ricordo tutto come fosse capitato ieri. Poi come tutte le cose passano anche se lasciano qualcosa di cambiato per il futuro».

Piergiorgio Givonetti, sindaco di Zimone

«Mi ricordo bene quel che facevo quell'11 settembre: stavo lavorando insieme a un collega e stavamo andando da un cliente, quando abbiamo sentito la notizia alla radio. Sul momento siamo rimasti sbigottiti. Al rientro verso l'ufficio ci siamo fermati per strada, all'inizio di Via Italia: nelle vetrine trasmettevano il video delle torri. Abbiamo visto quasi in diretta il crollo della seconda. Tornato a casa ho continuato a vedere le immagini al telegiornale. Una giornata strana che ha evocato mille sensazioni contrastanti».

Alberto Monticone, sindaco di Sordevolo

«Ho scoperto dell'attentato entrando in tabaccheria (ai tempi fumavo ancora) a Occhieppo Superiore: erano tutti sintonizzati sul canale perché era appena accaduto. Subito dopo andai a casa a guardare in diretta la TV».

Emanuele Ramella Pralungo, presidente della Provincia di Biella e sindaco di Occhieppo Superiore

«È stato senz'altro un triste evento che ha sconvolto il mondo intero, confermando sempre più quanto infame e crudele sia la "bestia umana". In quei giorni il sottoscritto e la mia famiglia erano particolarmente preoccupati per mia figlia in quanto era in vacanza a Cuba: era impossibile da rintracciare perché tutte le linee telefoniche per gli Stati Uniti e l'America Centrale erano disattivate».

Sandro Bonino, sindaco di Pollone

«Io ero al lavoro, nell'ufficio della mia vecchia azienda: la radio era sintonizzata sulla frequenza 105. Improvvisamente hanno interrotto la musica per dare notizia. Il mio capo, Giancarlo Ormezzano, ci ha permesso di guardare e seguire la diretta in edizione speciale nel suo ufficio. Ricordo la paura e lo sgomento alla notizia, mi sembrava di avere la testa in una campana di vetro e di non capire più nulla».

Luisa Nasso, assessore comunale a Mongrando e consigliera provinciale

«Ricordo bene quel giorno: io mi sposai dieci giorno dopo e avevo previsto di fare il viaggio di nozze in egitto... Dopo questo attentato la paura fu così tanta e generale che alla fine cambiammo la destinazione del viaggio, optando per il Messico anziché l'Egitto».

Davide Basso, sindaco di Zubiena

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