La contessa che salì alla cima del Bo e l’autonomia delle donne
Alpiniste e pregiudizi. "Voglio salire le montagne dove sorgono le semplici capanne, dove scorre un’aria più libera, dove il petto respira con più libertà"
"Io voglio salire le montagne dove sorgono le semplici capanne, dove scorre un’aria più libera, dove il petto respira con più libertà…" Queste parole del poeta tedesco Heine introducono la pubblicazione della conferenza “Le donne alpiniste”, tenuta il 14 aprile 1882 dalla contessa Carolina Palazzi - Lavaggi, alpinista, socia della sezione torinese del Club Alpino Italiano. Lo scritto di 14 pagine, pubblicato a Torino nel 1882, fa parte della Sezione Alpinismo della Miscellanea Sella, uno dei più importanti fondi della Biblioteca Civica. Questo patrimonio librario, di circa 14000 volumi, venne donato da Corradino, figlio di Quintino Sella, allora Sindaco di Biella, tra il 1909 e il 1911. L’impegno, la passione e le doti alpinistiche di Carolina Lavaggi le valsero la considerazione da parte dell’uditorio, certamente in prevalenza maschile, che applaudì le sue parole.
La contessa che salì alla cima del Bo e l’autonomia delle donne
L’alpinista torinese, infatti, oltre ad aver compiuto importanti escursioni come la prima ascensione del Moncimor nel 1879, era salita sull’Etna nel 1880 in occasione del 13° congresso alpino tenutosi a Catania. A queste esperienze seguirono interessanti pubblicazioni che narravano le sue impegnative ed affascinanti ascese. Tra le principali salite da lei affrontate ci fu anche la Rognosa d’Etiache in Valsusa, dove diede prova di notevole coraggio per le difficili condizioni in cui si svolse, qualità che venne apprezzata dal noto alpinista Coolidge. Nel 1882 salì anche la vetta del monte Bo, in occasione del 15° congresso tenuto dalla sezione Alpina di Biella.
Doti di scrittrice
Oltre alla sua passione per l’alpinismo, emergono anche le sue indubbie doti di scrittrice che le valsero, come riportato nella rivista mensile del Cai del novembre 1903 (v. XXII n. 11, p. 459), un riconoscimento all’Esposizione Alpina di Torino, in occasione dell’Esposi - zione Generale Italiana del 1884: “La montagna è sana per il corpo, per lo spirito e per il cuore; il corpo prende l’abitudine della lotta, lo spirito vede e riconosce la vera grandezza della natura, l’anima si eleva al genio, all’amore, alla poesia…”.
In risalto i salutari benefici dell’attività fisica all’aria aperta
L’obiettivo della sua relazione tenuta nel capoluogo piemontese, da un lato, era di mettere in risalto i salutari benefici dell’attività fisica all’aria aperta, in particolare le passeggiate e le escursioni in montagna, capaci di fortificare il corpo e forgiare il carattere; dall’altro, dimostrare quanto sia importante l’autonomia per superare i pregiudizi che alimentano facili stereotipi, dannosi e duri a morire, soprattutto nei confronti delle donne. Per l’alpinista torinese, infatti, “la donna al giorno d’oggi deve svincolarsi dai pregiudizi, dalle superstizioni, e dalle debolezze; deve avere una vita propria, se vuol arrivare un giorno ad iniziare una seria riforma dei sistemi educativi attualmente in vigore”.
La montagna è ricca di molteplici significati
Tuttavia , non manca una visione critica anche nei confronti del suo stesso sesso, al quale, in certi casi, manca il “coraggio di lasciare gli agi della vita comoda e sedentaria” per dedicarsi ad uno sport che richiede molti sacrifici, ma che è capace di ripagare ampiamente le necessarie fatiche. Per lei la montagna è ricca di molteplici significati: è conoscenza e ammirazione per la bellezza e grandezza della natura. Nello stesso tempo, è anche un modo di essere, una scuola di vita, una pedagogia per l’educazione dei fanciulli. Carolina Lavaggi fu certamente una donna colta, piena di vitalità, interessi ed energia, qualità che fra l’altro ispirarono il personaggio della maestra Pedani nel romanzo di De Amicis “Amore e ginnastica”, del 1892.
Maurizio Pavarin