LA STORIA

In bici sulla Serra ha scalato l’Everest

Silvia Grua racconta la sua esperienza in un libro: «Il cancro era la mia strada in salita, le sedute di chemioterapia erano i miei allenamenti. Il traguardo finale? La vita».

In bici sulla Serra ha scalato l’Everest
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Silvia Grua racconta la sua esperienza in un libro: «Il cancro era la mia strada in salita,
le sedute di chemioterapia erano i miei allenamenti. Il traguardo finale? La vita».

La storia

Scalare l’Everest in bicicletta. O meglio, attraversare la Serra, percorrendo in un solo giorno per ben 27 volte la salita della Broglina che da Bollengo sale a Magnano, per raggiungere così un dislivello positivo di 8.848 metri, cioè, idealmente, la vetta del monte più alto del mondo.
A compiere l’impresa sportiva, il 4 settembre del 2021, è stata Silvia Grua, ora anche autrice del libro “I colori della salita”, in cui racconta quell’esperienza e la sua vicenda personale.
Perché quella salita - così come l’approdo nelle librerie - non è stata altro che il mezzo per raggiungere un fine ben più ambizioso: la vita. E un’occasione per aiutare quanti si trovano a vivere la sua stessa situazione.

Classe 1975, originaria di Villareggia, comune del Canavesano, Silvia Grua in passato ha macinato migliaia di chilometri di corsa. Poi, all’età di 34 anni, la prima diagnosi di cancro, seguita da una recidiva.

«Superato lo choc iniziale, l’insegnamento ricevuto dalla pratica sportiva mi ha molto aiutata ad affrontare ciò che mi stava accadendo. La malattia era diventata una strada in salita da percorrere, gli allenamenti erano le sedute di chemioterapia a cui dovevo sottopormi (cure particolarmente pesanti) e il traguardo era... la vita», spiega, con una serenità che denota una straordinaria forza d’animo.

Le iniziative

Dopo essersi lasciata alle spalle il periodo più difficile, con tenacia, da buona sportiva, la podista canavesana ha ripreso a correre.

«Inizialmente ho organizzato due edizioni di “Corro con Silvia”, una corsa podistica benefica lungo i sentieri di casa mia. Purtroppo le mie giunture, messe a dura prova dalla chemio, mi hanno poi impedito di continuare», racconta.
Anche in questo caso l’atleta non si è abbattuta e ha tirato fuori un “piano B”, «perché ciascuno di noi dovrebbe averne uno o più di uno per far fronte alle salite che possiamo incontrare sulla nostra strada. E’ così che ho cominciato a dedicarmi al ciclismo. Fin dal primo momento... è iniziata la magia. In sella alla mia bici ho percorso chilometri e chilometri, godendomi i meravigliosi colori che la natura ci regala».

 Il tutto, senza dimenticare la sua “mission”: aiutare i malati di cancro. Non a caso il suo Everesting, la sua ideale scalata in bicicletta alla montagna più alta del mondo, raggiungendo in un’unica giornata il dislivello positivo di 8.848 metri, pari all’altezza del monte Everest, percorrendo la salita della Broglina, sulla Serra (343 chilometri coperti in 18 ore e 11 minuti), aveva proprio questo obiettivo: raccogliere fondi a favore della Fondazione Umberto Veronesi, per contribuire alla ricerca sui tumori femminili.

«Attraverso quella iniziativa sono stati raccolti circa 14mila euro», dice Silvia Grua, che subito dopo si è lanciata in una nuova avventura, questa volta non più sportiva, ma editoriale.
«Per me era importante testimoniare che cosa vuol dire raggiungere un obiettivo. Ed è questo il motivo che mi ha spinta a scrivere un libro nel quale, volutamente, la malattia non occupa un ruolo centrale, da protagonista.
«Come dice il titolo, “I colori della salita” è il racconto di una vita a colori. Purtroppo a tutti noi capita di incontrare una strada in salita, l’importante è non fermarci a guardare il nero che ci circonda, ma alzare lo sguardo fino a incontrare il verde dei prati che simboleggia la speranza, e poi, ancora più su, sopra le montagne, quel blu infinito del cielo che sembra quasi di poterlo toccare con un dito».

Le presentazioni

In queste settimane Silvia Grua è alle prese con la presentazione del libro, e si divide tra il suo impegno lavorativo (da dodici anni lavora in una farmacia di Caluso, dove si occupa di cosmesi e amministrazione), i firmacopie nelle librerie, le interviste concesse a giornali, radio e tv, locali e nazionali.

Ad accompagnarla in questo percorso, Francesco, il suo compagno, con cui condivide la passione per la bicicletta. «Al momento non sono previste presentazioni nel Biellese, ma è comunque possibile acquistare il mio libro online o nelle librerie. In questo modo - conclude - si potrà contribuire a sostenere le attività dell’associazione Samco odv, per le cure palliative, a cui è destinato il ricavato della vendita».
Lara Bertolazzi

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