Il caso

Il circolo "Tavo Burat" espulso da Legambiente

Il 18 maggio la decisione dell’Assemblea regionale dopo la sospensione. Il commento di Ettore Macchieraldo, attivista del "Tavo Burat" e autore di articoli “critici”

Il circolo "Tavo Burat" espulso da Legambiente
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Negli anni ‘90 c’era chi voleva abbattere uno storico ippocastano di viale Matteotti per realizzare una rotonda all’incrocio con via Repubblica. L’abbattimento fu richiesto sostenendo che l’albero era gravemente malato e pericoloso. Fu quello il periodo di una forte lotta di Gustavo Buratti Zanchi, conosciuto meglio con il nome di Tavo Burat, lo stesso nome che venne a designare il Circolo territoriale biellese di Legambiente dopo la sua morte, e che continua oggi a designarlo nonostante non sia più associato alla Legambiente dal 18 maggio scorso. Sì perché l’Assemblea regionale svoltasi a Torino in quella data ha deciso di espellere il circolo biellese dall’affiliazione a Legambiente.

Le parole dell'attivista Ettore Macchieraldo

"La vicenda - ricorda Ettore Macchieraldo, attivista del Circolo Tavo Burat autore di diversi articoli “critici” nei confronti della presidenza regionale di Legambiente - iniziò sul terminale dell’anno scorso, al congresso regionale della associazione piemontese. Un congresso onestamente deludente - afferma - con poca discussione, molte passerelle, qualche intervento scomposto e un brutto episodio finale. Mi riferisco all’intervento fuori programma del Presidente dell’associazione Stefano Ciafani che, alla fine del congresso, disse che chi non si trova d’accordo con il documento approvato può andarsene dall’associazione.

In quell’occasione non ho potuto parlare (avrebbe portato all’attenzione del congresso il caso dell’inceneritore che A2A intende costruire a Cavaglià, ndr), dopodiché è successo quello che è successo. Il mio articolo, il post su Facebook del presidente del circolo a cui ero in quel momento iscritto, le telefonate, le mail, gli incontri, i provvedimenti disciplinari che poi diventano sospensione, i giornali locali che si occupano della vicenda, il nostro silenzio stampa per lasciare spazio alla discussione interna, la decisione a maggioranza del Consiglio di Presidenza di escluderci dall’affiliazione e, ora, la ratifica a maggioranza dell’Assemblea regionale".

"Tre cose proprio non mi tornano di questa vicenda: il provvedimento disciplinare sottende un modello organizzativo che applica rigidamente una distinzione tra un dentro e un fuori dall’associazione. Onestamente è un’impostazione organizzativa desueta e che non mi appartiene. Secondariamente trovo grave la commistione di tutta questa vicenda con quella del termovalorizzatore di Cavaglià. Infine niente mi toglie dalla testa che si sia voluto approfittare di questa occasione per epurare il mio presidente di circolo, Daniele Gamba. Trovo questo l’atto più grave di tutta questa vicenda".

Gianmaria Laurent Jacazio

Nella foto Ettore Macchieraldo, presidente del circolo "Tavo Burat".

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