I No vax per abolire il Green pass lanciano ora anche un referendum
Dopo le proteste di piazza (già affievolite) i contrari al certificato verde puntano sul quesito abrogativo.
Dopo le proteste di piazza - già affievolitesi - i No Green pass ci provano con un referendum. Sulla scorta del grande successo (in termini di raccolta firme) delle proposte referendarie su eutanasia e cannabis, i contrari al certificato verde propongono quattro quesiti per abolire la certificazione verde (immagine di copertina da Facebook).
Referendum No Green pass
L'iniziativa è nata subito dopo l'approvazione del decreto (che entra in Gazzetta ufficiale da oggi, lunedì 20 settembre 2021) che ne estende l'obbligo anche sul posto di lavoro a partire dal 15 ottobre. Il Comitato organizzativo è formato da Olga Milanese, avvocato del Foro di Salerno, Luca Marini, docente di diritto internazionale alla Sapienza di Roma, già vice presidente del Comitato Nazionale per la Bioetica, e Francesco Benozzo, docente di filologia romanza all’Università di Bologna e responsabile scientifico di centri di ricerca internazionali di antropologia, linguistica e consapevolezza civica.
Tra i garanti risultano Paolo Sceusa, presidente emerito di sezione della Corte di Cassazione e fondatore della Scuola superiore di diritto e protezione dei minori, Ugo Mattei, docente di diritto civile all’Università di Torino, Alberto Contri, past president della Fondazione Pubblicità Progresso e docente di comunicazione sociale, e il giornalista Carlo Freccero, già consigliere di amministrazione della Rai e direttore di Rai 2 fino al 2019.
L’obiettivo
L'obiettivo dei promotori è arrivare a raggiungere il mezzo milione di firme necessario entro la fine di ottobre (per fare un confronto, quello per la depenalizzazione della cannabis ci è arrivato in una settimana, ma grazie all'utilizzo dello Spid, cosa che per tempi tecnici ristretti non dovrebbe essere possibile attuare con questo quesito) per poi arrivare a proporre il referendum la prossima primavera.
I perché del referendum
Secondo i promotori della raccolta firme il Green pass sarebbe uno strumento discriminatorio che "esclude dalla vita economica e sociale della nazione quei cittadini che sostengono convinzioni ed evidenze diverse da quelle imposte dal Governo".
Quattro i quesiti che propongono di abrogare altrettanti decreti legge, quelli del 22 aprile, del 23 luglio, del 6 agosto e del 10 settembre (che ha imposto il Green pass nelle scuole e nelle Rsa)
Il primo giorno il sito ha avuto qualche problema, tanto che è stato per un po' offline. Secondo gli organizzatori a causa dell'elevato numero di utenti che avrebbero subito sottoscritto la petizione.
L’iter per proporre un referendum abrogativo
I referendum abrogativi sono regolati dall’articolo 75 della Costituzione, che stabilisce che cinquecentomila cittadini o cinque Consigli regionali possono proporre all’intero corpo elettorale l'abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge. Sono escluse dalla possibilità di referendum abrogativo leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali. Non è nemmeno possibile abrogare con questo strumento disposizioni costituzionali.
Una volta presentate le firme necessarie per proporre un referendum abrogativo, è la Corte Costituzionale a pronunciarsi sulla sua ammissibilità.