I 30 anni della Fondazione Crb. Ferraris: "Solo un territorio che investe nei giovani può affrontare le sfide difficili del futuro"
Un "buon compleanno" all'insegna del fare e di 10 idee per il futuro, nel convegno in corso a Città Studi.
Un "buon compleanno" all'insegna del fare e di 10 idee per il futuro: è così che la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella festeggia il suo compleanno, nel convegno in corso a Città Studi.
I 30 anni dell'ente
Tanti gli ospiti e le personalità che si sono susseguite sul palco di Città Studi per l'occasione, dal vescovo monsignor Farinella al presidente della Provincia Ramella Pralungo passando per il viceministro per lo Sviluppo Economico Pichetto al presidente di Città Studi Biella Pellerey.
“Cassa di Risparmio di Biella era un ente morale, per il territorio e il Biellese - l'intervento di Gilberto Pichetto - Nel’ 92 i tempi erano cambiati, dare più forza al sistema bancario significava staccare la banca dalla proprietà finalizzandosela agli obiettivi sociali e del territorio, e ringrazio anche per la parte di fidelizzazione verso i giovani. Pnrr suona molto come parte finanziaria, che è rilevante per questo soggetto, ma è una sfida che parte con Next Generation Youth cioè il capitale umano e lo scopo di far diventare questo Paese più moderno e all’avanguardia. Far leva sui giovani, perché sono loro che possono creare il futuro, significa onorare le intenzioni di monsignor Losana e i fondamenti di quell’ente morale che era la Cassa di Risparmio di Biella”.
Centrale l'intervento di Franco Ferraris, presidente Cassa di Risparmio di Biella, che ha posto il focus proprio sull'investimento forte sui giovani che stanno esponendo le loro idee con il “Manifesto Biella 2030”:
“Vorrei ricordare grande lavoro svolto dai nostri predecessori, in particolare dall’avvocato Luigi Squillario, primo presidente dell’ente - ha spiegato Ferraris - Il cui impegno ha permesso nascita e crescita della Fondazione. Ma per continuare a cogliere questo frutto dobbiamo continuare a lavorare oggi per aumentare la cultura, la coesione sociale, l’equità, il merito e la democrazia affinché il nostro territorio possa andare verso il protagonismo delle comunità rimuovendo gli ostacoli perché ciò avvenga.
La fragilità della nostra società acuita da questi anni terribili in cui sono sorte nuove povertà e nuovi bisogni deve e può essere superata solo grazie all’innovazione, pianificazione e crescita. Un compito che le Fondazioni possono fare proprio perché cuore della loro missione. Ma sia chiaro: la missione delle Fondazioni non è rispondere alle emergenze, anche se a volte lo fanno come per emergenza Covid, profughi ucraini o l’emergenza energetica e la lotta alla povertà educativa, ma comprendere a fondo le cause dei problemi attraverso le analisi dei dati e il monitoraggio dei progetti svolti per poter intervenire a monte e non a valle delle criticità.
Un percorso che la Fondazione ha avviato con la creazione di OsservaBiella, senza sostituirsi al pubblico. Lo facciamo costruendo vasti e inediti partenariati, che riuniscono istituzioni, terzo settore e cittadini. Ne sono un esempio la candidatura Unesco, la cordata per il restauro e completamento della Basilica Superiore di Oropa, in occasione della Quinta Incoronazione Centenaria, così come pure il lavoro di squadra per la firma della nuova convenzione ventennale con l’Università di Torino, operazione strategica importante che potrebbe cambiare il volto della città, accogliendo si stima oltre mille giovani sul territorio.
La storia della Fondazione è strettamente incentrata allo sviluppo della città, con il suo sviluppo degli ultimi 30 anni. Dal nuovo ospedale di Biella a Città Studi, passando per Palazzo Gromo Losa, Villa Boffo, la Casa della Comunità e domani Cascina Oremo. Sono segni tangibili dell’azione generatrice della Fondazione.
Le reti oggi in un società sempre più interconnessa a livello globale sono fondamentali per la buona riuscita di ogni progetto, per questo in occasione del trentennale sono felice di ringraziare tutti coloro che collaborazione con noi, l’Unione Industriale di Biella, la Diocesi di Biella, Asl, Comuni, Cna, Fondazione BIellezza, banche private locali, tutti coloro che ci sostengono ogni giorno e sono numerosissimi.
Tutti i bandi della Fondazione si ispirano agli obiettivi dell’agenda Onu 2030 per la sostenibilità sia sociale che ambientale, come il caso di Cascina Oremo. Sempre di più dobbiamo passare dalla politica degli annunci alla politica del fare, la Fondazione è attiva in questo senso. Il benessere delle persone è al centro del nostro operato quotidiano, con l’orgoglio di difendere ciò che le generazioni precedenti ci hanno lasciato. Abbiamo di fronte grandi sfide, i danni provocati da guerra e pandemia e cambiamento climatico e dobbiamo porre grande attenzione ad agire per mitigare gli effetti di questa situazione, che possono ampliare le disuguaglianze che già affliggono la società. La formazione, la scuola, la sanità sono tra gli strumenti più efficaci affinché questo possa avvenire. Contribuire affinché le cose succedano”.
La città che i giovani vorrebbero per il loro futuro? Dieci idee importanti, sulla base dei dati:
“Sostenibilità, connessione, rigenerazione, inclusione, informazione, impresa, servizi di trasporto sostenibili, stile di vita sani, cultura e intrattenimento, casa dei giovani. C’è sempre la persona al centro - ha concluso Ferraris - Mi rivolgo ai nostri giovani: chiedo loro che si prendano l’impegno delle proprie parole. Nel 2030 vorrei vedere che avete realizzato qui nel Biellese. E mi rivolgo ai bambini che nel 2030 avranno 18 anni, il loro futuro dipenderà dalle scelte che avremo il coraggio di fare. Nel complesso oggi consegniamo in dono una osservazione a cui si vuole osservare, con protagonisti i giovani.
Solo un territorio che crede nei giovani investe su di loro e li rende parte attiva della comunità può affrontare le difficili sfide che si proporranno e contribuire al proprio futuro”.