LA STORIA

«Ho portato il lago di Viverone in Cina»

Un politico cinese ha acquistato una sua opera, l’incontro con Vittorio Sgarbi. L’artista Cesare Paolo Chinea si racconta. 

«Ho portato il lago di Viverone in Cina»
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Un politico cinese ha acquistato una sua opera, l’incontro con Vittorio Sgarbi. L’artista Cesare Paolo Chinea si racconta.

La storia

“È nel cuore dell’uomo che la vita dello spettacolo della Natura esiste; per riuscire a vederlo, bisogna sentirlo”. Ci serviamo delle celebri parole del filosofo svizzero Jean-Jacques Rousseau per riassumere l’arte e la vocazione del pittore viveronese Cesare Paolo Chinea.  Il sessantasettenne dipinge scenari naturali, ispirati al ricco e verde paesaggio di Viverone, riuscendo addirittura ad esportare le bellezze del piccolo paese in provincia di Biella in giro per il mondo. “Eco di Biella” ripercorre la storia di questo artista locale attraverso le sue parole e interessanti aneddoti.

Ispirazione

«La pittura è la mia grande passione. Ciò che mi ispira di più è la natura, specialmente gli specchi d’acqua. Difficilmente faccio quadri senza la rappresentazione di acqua. Non metto presenza umana per dare la possibilità all’umano di immaginarsi dentro all’opera. «Per quanto riguarda i paesaggi di Viverone, sicuramente me ne hanno commissionati molti, ma devo essere sincero nell’ammettere che inizialmente i miei quadri non ritraevano nello specifico scorci esistenti, bensì di fantasia. Sicuramente potevano ricordare il territorio viveronese perché era ciò che vedevo ogni giorno e ciò che mi ispirava».

Gli esordi

«Ho cominciato a dipingere da ragazzino, e Arte era l’unica materia scolastica in cui ero bravo. Mi sono fermato dieci anni per motivi personali, riprendendo in seguito e partecipando ad alcune mostre tramite concorsi, vincendo anche premi. All’epoca prendevo parte ai mercatini di antiquariato, ma in questi eventi ho capito che interessavano più i miei quadri rispetto ai mobili che proponevo.
«Grazie a mia figlia, poi, è arrivata l’occasione di fare una mostra a Milano. Dimenticai un quadro l’ultima sera, e mia figlia, che studiava lì, andò a riprendermelo il giorno dopo. Il caso fece incrociare mia figlia e Vittorio Sgarbi nei corridoi, con quest’ultimo che rimase colpito e mi chiese di partecipare ad un progetto per la Biennale di Venezia del 2011. Fu una grande emozione prendere parte all’evento, che è tra i più importanti d’Italia.
«Pensate che un parlamentare cinese ha acquistato un mio quadro raffigurante il lago di Viverone, con la famosa collinetta. Mi proposero addirittura di seguire il politico in Cina, ma non accettai».

Vita nuova

«Dopo il successo ottenuto con la Biennale e la seguente mostra di un mese esposta ad Aosta ho deciso di lasciare il mio lavoro da corriere e dedicarmi totalmente alla pittura. Non sono diventato ricco con questo lavoro, e mi sono dovuto arrangiare in questi anni, ma sono riuscito a vivere una decade dedicandomi soltanto alla mia grande passione. Lo auguro veramente a tutti.
«Mi sono tolto grandi soddisfazioni, ho una collezione privata di oltre 600 opere a Torino, esposte da un signore che ha continuato a comprare i miei quadri anche durate il Covid, e adesso aspetto la pensione per poter comprare un camper e fare l’atelier itinerante».
Samir Bertolotto 

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