Dipendenti piemontesi di Amazon licenziati per le "spese pazze"
Rimborsi spese per acquisti di borse Louis Vuitton, cene da Cracco e acquisti nello store dell'Atalanta. Decine di lavoratori hanno perso il lavoro nello stabilimento di Torrazza Piemonte
Le spese pazze a quanto pare non sono solo un vizio dei consiglieri regionali di Liguria e Piemonte, finiti nel mirino delle procure di Genova e Torino negli scorsi anni per aver chiesto rimborsi per ogni genere di spesa che nulla o poco avevano a che fare con l'attività istituzionale. Anche nel colosso Amazon, e in particolare nella sede di Torrazza Piemonte (nel Canavese, a una cinquantina di chilometri da Biella) si registra uno "scandalo" analogo.
Decine di licenziati per i rimborsi spese gonfiati
Decine di dipendenti - lo rivela Repubblica - sono stati licenziati per aver richiesto il rimborso di spese non dovute. Addirittura tre dipendenti avrebbero chiesto il rimborso della stessa fattura del ristorante dello chef Cracco a Milano. Una collega si sarebbe fatta rimborsare una borsa di Luis Vuitton, un altro avrebbe fatto acquisti per 800 euro in uno store dell'Atalanta. E così via tra rifornimenti di carburante non dovuti e altri acquisti effettuati tra Bergamo, Brescia e Novara, dove erano stati inviati per formare il personale degli altri centri Amazon tra Piemonte e Lombardia.
"Violato il codice etico e il vincolo fiduciario"
"Gravi violazioni del codice etico e il venir meno del vincolo fiduciario" sentenziano da Amazon, confermando le notizia di Repubblica. I provvedimenti sono stati presi dopo verifiche interne, precedenti sospensioni dal lavoro, e accertamenti a ritroso fino al 2021. Alcuni dei licenziati si sono tuttavia opposti al licenziamento attraverso un ricorso al giudice del lavoro del tribunale di Ivrea, competente per territorio.