Cresce l'esasperazione dei biellesi verso i cacciatori e si moltiplicano le chiamate ai Carabinieri
Apprensione dopo il caso della finestra colpita a Graglia durante una battuta al cinghiale
La scorsa settimana aveva destato un certo clamore l'episodio avvenuto a Graglia, dove la finestra della stanza di un ragazzino era stata centrata dai pallettoni partiti dal fucile di un cacciatore durante una battuta di caccia al cinghiale. Il fatto che la finestra fosse chiusa e, soprattutto che in quel momento non vi fosse nessuno affacciato, ha evitato gravi conseguenze. Ma non si tratta di un caso isolato. Nella sola giornata di ieri l'intervento dei Carabinieri è stato richiesto in almeno un paio di occasioni a Candelo e Pettinengo. Non sempre le denunce sono fondate, naturalmente. Nella maggior parte dei casi l'attività venatoria è assolutamente legittima e, in particolare per quanto riguarda la presenza dei cinghiali, spesso fondamentale.
Due denunce da Candelo e Pettinengo
Nel primo caso, a chiamare il 112 è stato un avventore di un'area pic nic di Candelo, che segnalava come vi fossero cacciatori in una zona a suo dire vietata all'attività venatoria. Sul posto è giunta una pattuglia che ha identificato i cacciatori e verificato la regolarità della loro attività, stavano cacciando beccacce.
Nelle stesse ore un secondo intervento è stato richiesto a Pettinengo dove un 57enne contestava a un cacciatore di esercitare troppo vicino alla sua casa. I carabinieri hanno identificato un 65enne che in quel momento era intento a fare salire i cani sul suo mezzo. I responsabili di quanto contestato dal residente erano probabilmente altri colleghi che nel frattempo si erano allontanati e non è stato possibile identificare