EMERGENZA SANITARIA

Covid e over 50, mortalità 12 volte più alta per i non vaccinati

Questo il resoconto fornito dalla Regione Piemonte che aggiunge: "Circa l'80 per cento dei ricoverati Covid in terapia intensiva non è vaccinato". 

Covid e over 50, mortalità 12 volte più alta per i non vaccinati
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Questo il resoconto fornito dalla Regione Piemonte che aggiunge: "Circa l'80 per cento dei ricoverati Covid in terapia intensiva non è vaccinato".

Il resoconto

Sono 42.636 le persone comunicate all’Unità di Crisi della Regione che oggi hanno ricevuto il vaccino contro il Covid. A 3.711 è stata somministrata la prima dose, a 4.104 la seconda, a 34.821 la terza.

Dall’inizio della campagna si è proceduto all’inoculazione di 8.185.930 dosi, di cui 3.126.481 come seconde e 1.591.366 come terze, corrispondenti al 99,4% di 8.235.500 disponibili.

TERAPIE INTENSIVE: CIRCA L’80 PER CENTO NON VACCINATO

Dai dati aggiornati al 7 gennaio, in Piemonte circa l’80 per cento dei pazienti ricoverati per Covid in terapia intensiva non sono vaccinati. In particolare, sui 137 ricoveri della giornata di oggi 106 riguardano pazienti non vaccinati (69 uomini e 37 donne), 31 sono invece pazienti vaccinati (18 uomini e 13 donne), ma con un quadro clinico serio per patologie pregresse.

MORTALITÀ 12 VOLTE PIÙ ALTA PER GLI OVER 50 NON VACCINATI

Il rischio di morte si riduce del 92 per cento per chi invece si vaccina. 

Le 211 persone morte per Covid nell’ultimo mese avevano tutte più di 50 anni, e di queste 119 non erano vaccinate.

Considerando che in Piemonte ci sono in tutto circa 2,1 milioni di persone in questa specifica fascia d’età e che tra loro i non vaccinati sono circa 205 mila (ovvero i soggetti che non hanno aderito totalmente o le persone ancora senza ciclo completo), i 119 decessi che nell’ultimo mese hanno riguardato i non vaccinati (rispetto ai 92 morti fra quasi 1,9 milioni di vaccinati) evidenziano una mortalità fra i non vaccinati 12 volte superiore. In coloro che invece hanno completato il ciclo vaccinale (con monodose/doppia dose) la riduzione del rischio di mortalità è pari al 92 per cento.

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