a bioglio

Chiude lo storico alimentari di Rosetta Alberto

Serviva tre frazioni. Commovente ricordo sui social del sindaco Stefano Ceffa

Chiude lo storico alimentari di Rosetta Alberto
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Chiude lo storico alimentari di Rosetta Alberto

«Per cinquant'anni un suono scandisce il tempo di tre frazioni. Due rotaie di ferro in cui scorre una tapparella ora all'insù, la mattina, per dire che un nuovo giorno è iniziato, ora all'ingiù per dire che è il momento del riposo. Una volta con un lungo ferro dalla punta aquilina, poi con un tasto, perché la modernità si è mangiata anche un po' della poesia». Con queste parole il sindaco di Bioglio, Stefano Ceffa, delega ai social il suo saluto al negozio di alimentari sorto nel 1958 in frazione Caretto. La titolare, Marilena Mosca, subentrata al suo storico predecessore, la suocera Rosetta Alberto, è ora entrata in pensione.

Il pensiero del sindaco

E tra le righe si abbandona ai ricordi di bambino: «Ci trovavi i quaderni e le penne – racconta - il grembiule per la nonna, tutto. La mattina due cestini di pane. Prima le "banane", poi le "ciabatte". Le "Rosette": mai... Ad un certo punto il bancone si è girato è diventato più moderno ma non è cambiato niente del resto; solo il mondo fuori è diventato un po' diverso. Tutti che corrono, tutti che "ottimizzano il tempo", anche io. La Bennet, l'Esselunga, la Coop, il Lidl, il Penny... mille ragioni per girare la macchina verso il basso. Va tutto verso il basso. Ma quella serranda, cocciuta e sognante, ogni giorno a fare prima su e poi giù, a dettare il tempo dei giorni e delle stagioni. Ieri è scesa giù. La Rosetta con i suoi 20 anni da 70 anni ha lasciato il comando a Marilena, anche se in bottega ci passa ancora un bel po' del suo tempo e la Marilena, dopo anni di lavoro, se ne va finalmente in pensione». Poi prosegue: «Ieri – racconta - si è consumato un rito, un passaggio. E’ normale, capiterà anche a noi. La cosa bella è stata però una comunità che si è trovata per dire grazie. Dentro quel negozio sono nate famiglie, cresciuti bambini, vissute piccole e grandi sofferenze. Io lì ci sono nato, mamma che faceva dalla "6 alle 2", papà che andava all'"Avandero" alle 7 e io a due anni e un po' non avevo nonne vicino a casa o asili nido. Allora questa foto me la tengo cara. Lei sempre grande e io sempre piccolo tutti lì, insieme a parlare del più e del meno e dire grazie. Grazie allora Rosetta, Marilena, Federico, Maurizio, Marta e Mia. Grazie di tutti i capitoli di questa storia bella».
Sh.C.

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