Caso Pozzolo, il "no al porto d'armi" era una bufala
Lo hanno precisato i Carabinieri. Corretta quindi la procedura per il rilascio. Il deputato vercellese: "Si difende un’altra persona e si butta me dalla torre"
Non ci sarebbe stato alcun parere negativo del comando provinciale dei Carabinieri di Biella per il rilascio del porto d’armi al deputato Emanuele Pozzolo, indagato per la sparatoria con ferito alla festa di Capodanno dei Delmastro a Rosazza. Non corrisponde pertanto al vero ciò che hanno riportato alcuni giornali su un presunto giallo del “no al porto d’armi per difesa personale” al deputato di Vercelli in uno dei tanti corto circuiti informativi che ogni tanto provoca questo caso che ha avuto un notevole eco a livello nazionale.
La nota dei Carabinieri
La doverosa precisazione delle forze dell’ordine è arrivata ieri poco dopo mezzogiorno mentre stava montando la polemica e mentre alcuni parlamentari dell’opposizione avevano già manifestato l’intenzione di chiedere al Governo chiarezza sull’operato della Prefettura di Biella che ora, a conti fatti, avrebbe pertanto svolto la procedura in modo corretto. Il comando provinciale dei Carabinieri, in realtà, avrebbe soltanto comunicato "di non essere in possesso di elementi utili di valutazione" in ordine alle esigenze rappresentate dal parlamentare che aveva poi ottenuto il porto d’armi per difesa personale da metà dicembre.
La motivazione della richiesta del porto d’armi per difesa risulterebbe nel timore di ritorsioni in seguito alla partecipazione a un convegno dello stesso Pozzolo sulla situazione dei cristiani in Iran.
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