Candelo, sui gatti non si placa la polemica
Scontro sul riconoscimento delle colonie feline, ecco pro e contro. Il sindaco Paolo Gelone: «Siamo amici degli animali».
Scontro sul riconoscimento delle colonie feline, ecco pro e contro. Il sindaco Paolo Gelone: «Siamo amici degli animali».
Il caso
La Città di Candelo è amica degli animali. A dirlo è il sindaco, Paolo Gelone: «Per gli animali, Candelo va oltre la forma e si impegna nei fatti, sia come Comune che come Comunità. Aspa (Animali Solo Per Amore) e altre associazioni lavorano costantemente su Candelo, in piena collaborazione con il Comune, che si impegna alla sterilizzazione e alla cura di questi animali. Inoltre il Comune stanzia ogni anno 500 euro (cifra che se ci fosse bisogno è anche possibile aumentare) specificatamente per la cura dei gatti. Dal monitoraggio della Polizia Locale, si contano circa 6/7 gatti randagi al Ricetto e 2\3 in via Iside Viana e godono tutti di ottima salute. Durante l'anno siamo intervenuti anche in altre zone di Candelo, occupandoci di sterilizzazioni e anche dell'affidamento dei piccoli mici; non si rilevano maltrattamenti, malattie e malnutrizione, anzi bisogna essere orgogliosi di un territorio che è sensibile, ci sono infatti molte situazioni in cui di fatto questi gatti sono amorevolmente adottati e curati da attività e cittadini, che ringrazio. Con il progetto "Amici Animali" il Comune porta avanti anche attività di cultura ed educazione al rispetto degli animali, tra cui è stato realizzato anche un corso di primo soccorso in collaborazione con associazioni locali, oltre a campagne informative contro l'abbandono. L'unica cosa davvero importante è il benessere di persone e animali, noi ci puntiamo nel concreto ogni giorno».
Mancato riconoscimento
Ma la capogruppo di “Candelo per tutti” Elettra Veronese, non è per niente convinta che il Comune sia amico degli animali, visto che non riconosce le colonie feline: «Ad aprile scorso, era stata inviato un istanza firmata da me, Sergio Tosin e Nicola Tartaglino, a Comune, Polizia Locale, Servizio veterinario dell’Asl di Biella, il Garante per i diritti degli animali della Regione Piemonte, chiedendo di riconoscere due colonie feline quella del Ricetto e quella di via Iside Viana. A seguito di ciò il Comune ha indetto un incontro tra i soggetti a cui avevo inviato l’istanza e Gattopoli, Aspa e Legambiente, ma non a noi tre che l’avevamo firmata, incontro che si è svolto il 16 maggio del 2022, ma di cui non ci è stata data nessuna documentazione dei risultati e delle osservazioni fatte».
Pro e contro
Ed in Consiglio comunale sull’argomento, tra l’assessore Gabriella Di Lanzo e Elettra Veronese sono volate scintille. Di Lanzo ha spiegato il perchè non intende riconoscere le colonie feline: «E’ difficile riconoscere se un gatto è randagio visto che non è obbligatorio il microchip di riconoscimento. Aspa è l'associazione capofila ma collabora con tutte le associazioni che si occupano della salute e il benessere degli animali al canile di Cossato, che gestisce una sezione per i gatti incidentati o malati. Per questo abbiamo una convenzione con loro. Ricordo che non c'è l'obbligo della sterilizzazione dei gatti ma dobbiamo vigilare sulle nascite».
Veronese ha trovato la risposta dell'assessore: «"Urticante", non è accettabile che in un Comune che si dice amico degli animali non rispetti la legge, che non indica un numero di gatti per riconoscere la colonia felina. Io ritengo che vista la situazione questa amministrazione è tenuta a riconoscere le colonie, non solo questo sarebbe solo un atto di amore verso gli animali, ma potrebbero anche arrivare dei soldi previsti dalla Regione Piemonte, per gli interventi necessari, come sterilizzazione e microchippatura. Non potete mentire sul fatto che non esistono gatti o cercare scuse per aggirare l'obbligo».
Non finisce qui
Parole che hanno infiammato il già acceso dibattito. «Noi non mentiamo, questa accusa non l'accetto, noi amiamo i gatti, ma la legge non ci obbliga a microchipparli, quando sarà previsto lo faremo, ma oggi non è un obbligo». Veronese ha ribattuto che: «Tutto ciò perchè non avete mai voluto riconoscere le colonie feline nemmeno dopo l'evidenza delle segnalazioni. Invitiamo il sindaco e la giunta, senza ulteriori ritardi a riconoscerle. Questa storia ora seguirà altre vie istituzionali per ottenere ciò che la legge impone».
Sante Tregnago