IL CASO

Camandona: «Strada dell’Alpe utile allo sviluppo turistico»

Il tratto, sistemato dal Comune, è stato a lungo polemizzato. Ma c’è anche chi lo apprezza.

Camandona: «Strada dell’Alpe utile allo sviluppo turistico»
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Il tratto, sistemato dal Comune, è stato a lungo polemizzato. Ma c’è anche chi lo apprezza.

Il caso

Torna a far parlare di sé la Pista forestale Trattorabile (PT), creata dall’amministrazione comunale di Camandona con lo scopo di rendere interamente carrozzabile l’attuale via della transumanza che dal Santuario del Mazzucco sale al Bocchetto Sessera, nota a tutti con il nome della Strada dell’Alpe. Una strada creata con l’obbiettivo di facilitare l’accesso all’area di Bielmonte e alle aree agro-silvo-pastorali, favorendo la prevenzione antincendio, e che è stata a lungo criticata e contestata, da Legambiente, ma non solo.

Nella zona della Strada dell’Alpe, dove c’era solo un’ antica mulattiera, ora c’è anche una strada vera e propria. C’è a chi non piace, e di questo negli scorsi mesi se n’è parlato a lungo, ma c’è anche chi l’apprezza. Molti turisti, o semplici cittadini, come Mariella Bianco:

“Circa nuovo tratto della strada dell’alpe – scrive ad Eco di Biella - voluto e realizzato dall’amministrazione comunale di Camandona grazie a un grosso finanziamento, molte persone hanno detto che è stato distrutto un sentiero storico e a tal proposito vorrei chieder loro da quando non transitano per quella strada a piedi. Lo chiedo perché temo che si tratti di ricordi datati, dato che quella strada ormai da tanti anni era difficilmente percorribile a causa di smottamenti, rovi e muretti a secco crollati. La transumanza era diventata difficoltosa poiché le mucche dovevano salire in fila indiana e talvolta qualche animale addirittura restava indietro e si perdeva. La nuova pista, comunque, sostituisce la vecchia solo per un tratto di circa 500 metri, quello peggiore, mentre il resto è un percorso nuovo che si collega all’acquedotto e sono stati anche fatti i muri a secco. Il vecchio sentiero è ancora lì, poco distante, intatto, da vedere, per cui consiglio ai detrattori una passeggiata in loco, sottolineando che volendo, adesso, con una mountain bike elettrica, in poco più di 30 minuti da Camandona si arriva al Bocchetto Sessera. Faccio, dunque, i complimenti al Sindaco ed esprimo la speranza che ci siano altre iniziative a favore di uno sviluppo turistico in questo paese».

Contro la realizzazione della Strada dell’Alpe si era mossa Legambiente, che aveva esposto uno striscione con scritto “Attila ha colpito ancora”.

«Un sentiero – avevano spiegato da Legambiente - va ricordato, non è semplicemente un elemento fisico del territorio, un elemento del paesaggio. Vi sono casi, come questo, dove il sentiero non è fatto di sole pietre e terra, ma dei passaggi e delle vite di generazioni di alpigiani e degli animali che con loro lo hanno percorso: è luogo di identità e cultura. Cancellare un sentiero storico, grazie al fatto che i sentieri non godono delle stesse tutele dei monumenti e di altre emergenze archeologiche, significa sacrificare storia, cultura e ambiente della montagna sull’altare di una presunta modernità».

Sulla faccenda era intervenuto anche Marcello Vaudano, presidente di DocBi, Centro Studi Biellesi. «Chiunque l’abbia percorso – aveva scritto in una lettera ad Eco - sa che quel tratto di sentiero era uno dei più belli e tipici dell’area e a nostro avviso rappresentava un bene culturale che, nonostante non fosse tutelato da nessuna legge, era parte importante di un ambiente e della sua percezione».

Sh.C.

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