Borriana e le maschere Carneval-Unesco
Candidate Tinca Gobba Dorata, Lido di Borriana e la moglie Domitilla. Rossetti: «Preservare le tradizioni; domenica il Gelindo».
Candidate Tinca Gobba Dorata, Lido di Borriana e la moglie Domitilla. Rossetti: «Preservare le tradizioni; domenica il Gelindo».
La storia
«A ottobre festeggeremo l’inserimento nel Patrimonio Unesco delle nostre maschere». Questo è l’augurio di Cinzia Rossetti (nella foto) riguardo le maschere carnevalesche Tinca Gobba Dorata, Lido di Borriana e sua moglie Domitilla.
«Collaboro con il Centro di coordinamento delle maschere italiane - spiega la nota cittadina di Borriana che, il 25 settembre dell’anno scorso, ha creato e “battezzato” le maschere del suo paese - l’idea d’inoltrare la domanda d’inserimento ci è venuta perché abbiamo appreso d’iniziative come questa fatte in altri paesi: mi piacerebbe che anche le nostre, insieme alle altre 298 maschere che animano i carnevali d’Italia, venissero riconosciute affinché le tradizioni locali vengano ricordate e non vadano perse».
Per Cinzia Rossetti, attrice e cantante di origini genovesi ma residente a Borriana ormai da anni, le tradizioni sono una «specie a rischio estinzione», specialmente quando si tratta di raffigurazioni teatrali e usanze tipiche di piccoli paesi. «Insegno la recitazione a teatro - commenta - quando mi capita di andare nelle scuole racconto sempre delle raffigurazioni che in passato caratterizzavano il territorio: lo faccio perché tengo molto a conservare le usanze, avendo lavorato per molti anni con Gianduia, la maschera di Torino. A febbraio - aggiunge - facciamo sempre lo spettacolo di carnevale: ai ragazzi piace molto».
A proposito di spettacoli e tradizioni, alle 16 di domenica 25 giugno il santuario di San Giovanni d’Andorno ospiterà la rappresentazione teatrale del Gelindo, il pastorello piemontese che ospita Giuseppe e Maria nella sua capanna: «Sarebbe uno spettacolo tipico del periodo natalizio - commenta Rossetti, regista dello spettacolo - di solito lo facciamo a partire dall’8 dicembre fino al 6 gennaio, ma il parroco del santuario ci ha chiesto se potevamo farla in occasione della festa di San Giovanni e abbiamo accettato».
«È uno spettacolo che piace molto - continua - contiene le vecchie battute nel piemontese degli Anni ‘50 e ‘60: è un modo per conservare al tempo stesso il dialetto e le tradizioni. Gli attori che prenderanno parte alla rappresentazione sono tutti di Borriana e Biella. Nel 2016 - spiega - ho iniziato a insegnare loro la recitazione: prima non avevano mai fatto gli attori… Nel 2017 abbiamo iniziato a metterla in scena insieme all’Associazione “El Chinchè” e da allora abbiamo fatto ben 18 rappresentazioni. Quella di domenica sarà la diciannovesima mentre, per questo inverno, ne abbiamo già tre in programma».
Gianmaria Laurent Jacazio