IL BILANCIO

"Biella in scena": «Con 18mila presenze, che stagione!»

Rita Ballarati del Contato del Canavese ripercorre il ciclo di eventi tra Odeon e Forum. Brignano ha attratto 4mila persone. Dalle scuole gruppi da 25 per Caccamo.

"Biella in scena": «Con 18mila presenze, che stagione!»
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Rita Ballarati del Contato del Canavese ripercorre il ciclo di eventi tra Odeon e Forum. Brignano ha attratto 4mila persone. Dalle scuole gruppi da 25 per Caccamo.

Il bilancio

Una stagione teatrale che è andata oltre ogni aspettativa. O, meglio, che ha risposto in modo incredibile al lungo lavoro preparatorio fatto, che quelle aspettative se l’è guadagnate.
L’impressione su come sia andato il ciclo di spettacoli tra 2023 e 2024, organizzato con il sostegno del Comune di Biella dalla direzione artistica dell’associazione culturale “Il Contato del Canavese”, si esplicita dai numeri: «Diciottomila presenze sono tante», prende atto Rita Ballarati del “Contato”. E pensare che la stagione, quest’anno, scontava lo stop forzato del Teatro Sociale, suo abituale palcoscenico, per lavori di ristrutturazione dello stabile. «Abbiamo dovuto rivoluzionare l’organizzazione, rispetto al Sociale, dunque scelto spettacoli più adatti alle caratteristiche dell’Odeon, ad esempio pochi monologhi e proposte molto musicali, ed è andata bene».

Un cartellone che è piaciuto

Nove gli spettacoli in abbonamento, nove le serate fuori abbonamento, fra le quali la grande novità dello scorso 20 gennaio, quando a salire sul palco del Biella Forum è stato Enrico Brignano con “Ma… diamoci del tu!”, che ha visto una nuova location ospitare un evento di intrattenimento ad alto numero: ben 4mila persone.
Sono stati rappresentati generi diversi, fra classici, grandi ritorni, attori e comici emergenti; dunque, serate leggere alternate a serate più “impegnate”. Un abbinamento vincente, conferma a bocce ferme Rita Ballarati: «Sono andati bene gli Oblivion, nel senso che sono stati letteralmente acclamati dal pubblico. Molti erano spettacoli leggeri e “popolari”, eccezion fatta per “Il Figlio”, uno spettacolo intenso e importante che ha toccato corde profonde dell’animo».
E poi tra i grandi attesi ecco Geppi Cucciari: «Lei è stata perfetta, ha richiamato molti spettatori, che forse si aspettavano una proposta più “brillante”, malgrado quella fosse inserita tra gli spettacoli di prosa. Tutti hanno potuto scoprire in Cucciari la capacità di alternare momenti leggeri a più intensi, segno di grande talento. Diversa nella sua consueta e più conosciuta veste, la qualità dello spettacolo non era in discussione».
Ed è piaciuto anche, per i fuori abbonamento, Angelo Duro, tra i comici emergenti del post-Covid. Così come l’altra sorpresa del cartellone, una vera star dei social, l’ex insegnante e oggi mattatore de “Le Filippiche” Filippo Caccamo: «Incredibile - commenta Ballarati - L’85 per cento del pubblico in sala, quella sera, era composto da insegnanti. Non ci era mai capitato di ricevere prenotazioni dei biglietti a gruppi di venticinque. E quegli stessi insegnanti e presidi, alla fine, hanno fatto una lunga coda in proscenio per scattare fotografie con lui e parlargli. Un pubblico mai visto, non in questi numeri».
Un aneddoto commovente arriva, poi, dallo spettacolo “Raffaella!”, omaggio alla Carrà: «La Fondazione Crb acquista abbonamenti che, di solito, divide per la fascia più “debole” e spesso coinvolge le case di riposo. Ecco, una signora di 99 anni è stata accompagnata a teatro e ci ha detto: “Ora non posso più viaggiare, ma posso ancora imparare”. Noi abbiamo chiesto agli attori di salutarla in sala, ma hanno fatto di più, coinvolgendola durante tutto lo spettacolo, tuca tuca compreso. Alla sera, ci hanno detto che è tornata in casa di riposo euforica: il teatro fa bene, sempre e a tutti noi».

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