PERSONAGGIO

Beatrice Masini, la traduttrice del 'maghetto' a Biella: "Harry Potter? Mi segue ovunque"

Ospite di "ContemporaneA Giovani" parlerà di Emily Dickinson e Pina Bausch. Poesia e danza, l’arte raccontata per 8 anni in su: «Si può, conta l’essenzialità». 

Beatrice Masini, la traduttrice del 'maghetto' a Biella: "Harry Potter? Mi segue ovunque"
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Ospite di "ContemporaneA Giovani" parlerà di Emily Dickinson e Pina Bausch. Poesia e danza, l’arte raccontata per 8 anni in su: «Si può, conta l’essenzialità».

L'intervista

Vi siete mai chiesti grazie a chi abbiamo potuto leggere gli “Harry Potter” in italiano?». La domanda, posta dallo staff della Biblioteca Ragazzi di Biella, coglie una delle anime di Beatrice Masini, scrittrice, editor e traduttrice appunto, che la Biblioteca cittadina ospiterà per l’ultimo incontro dell’anno targato “ContemporaneA Giovani”, la rassegna di “ContemporaneA. Parole e storie di donne” dedicata ai più piccoli. Oggi - sabato 16 dicembre - alle 10.30 alla Biblioteca Ragazzi “Rosalia Aglietta Anderi” Beatrice Masini sarà in dialogo con Patrizia Bellardone e parlerà non della celebre saga fantasy di J. K. Rowling, bensì di due scritti di suo pugno, “La cena del cuore. Tredici parole” per Emily Dickinson e “Quello che ci muove. Una storia di Pina Bausch”, entrambi editi da RueBallu, e da autrice spiegherà perché conoscere queste due donne del passato sia così importante ancora oggi, anche per i giovani. La partecipazione è gratuita ed è consigliata a partire dai 10 anni in su.

Autrice di opere per l’infanzia e stimata traduttrice, Masini è attualmente direttrice di divisione Bompiani. Tra i riconoscimenti ottenuti, citiamo il Premio Pippi, Premio Elsa Morante e Premio Andersen – Il mondo dell’infanzia come miglior autore. Nel 2010, il suo “Bambini nel bosco” è stato finalista al Premio Strega. Le sue opere sono tradotte e diffuse in quindici Paesi del mondo. Ecco cos’ha anticipato a “Eco”, partendo proprio da Dickinson e Bausch, che sono rientrate in un progetto editoriale esistente, cioè biografie di personaggi, molti dei quali donne, come racconta lei stessa «una collana consacrata al mondo delle muse e delle arti. Per me è stato naturale scegliere un personaggio che da anni leggevo e su cui avevo letto e provavo a tradurre; invece, Pina Bausch è venuta dopo ed è stata una richiesta della casa editrice, dato che, essendo io vicina alla danza classica, raccontarla rispondeva a un mio slancio. Due felici incroci e incontri, direi».

Con una differenza tra le due: «Bausch ha attraversato il secolo scorso, Dickinson è più lontana anche fisicamente nel suo mondo ottocentesco americano progressista e a tratti ancora tradizionale. Al contempo, Bausch ha rotto tutti i confini e anche Dickinson l’ha fatto, pur nel raggio limitato della sua condizione fisica».

Per la collana, Beatrice Masini si è occupata anche della poetessa Saffo: «Con Saffo si va ancora più indietro, ma permane qualcosa che va al di là del tempo e dello spazio». Senza contare che il primo pubblico di questi libri «è quello di bambini e ragazzi, di fatto sono libri per tutti. Di Dickinson si trovano poesie, anche microscopiche, nelle antologie per la scuola primaria, l’abbiamo anche nell’orecchio, pur essendo da noi ancora da valorizzare. Più complicato è stato pensare a un pubblico dagli otto anni in su, affinché la lettura fosse prima di tutto comprensibile, mantenendo semplicità nel racconto e nello stile, elemento che accomuna queste tre personalità non barocche, ma legate all’essenziale. E questa essenzialità diventa una sorta di dovere che devi restituire al lettore».

All’orizzonte, per Beatrice Masini, c’è un nuovo libro in cantiere: «Uscirà per Mondadori in primavera e sarà ambientato nella prima metà dell’800. Al centro, due personaggi femminili».

E “Harry Potter”, serie che ha tradotto in italiano, dal terzo libro in avanti? Una croce e una delizia, che non la abbandona: «Una volta, un ragazzino “perfido” - scherza - mi ha chiesto: “Non ti dispiace essere più famosa per aver tradotto Harry Potter che per i tuoi libri?”. Allora, è stata un’avventura che nessuno sapeva cosa sarebbe diventata. Nacque tutto come una storia che mi piaceva, la scelsi per questo motivo: da traduttrice è bello entrare da un’altra porta in un altro mondo, capendo giochi e trucchi del mestiere e, in questo caso, l’immensa conoscenza di Rowling tra gli strati di leggende, storie e personaggi incamerati da fortissima lettrice e che mi sembrava di riconoscere, leggendo io libri inglesi. Senza dubbio, è stato eccitante».
Giovanna Boglietti

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