Allarme sanità: i medici piemontesi scappano dagli ospedali scegliendo il privato
Le condizioni cui devono sottostare i professionisti della Sanità pubblica sono sempre più difficili e pericolose, per questo molti decidono di andarsene.
Il problema della sanità piemontese non è certo nuovo: negli ultimi anni è però stato messo in evidenza a causa della pandemia da Covid-19 in corso. Ed ad oggi è possibile affermare che ogni anno che passa aumentano i medici che lasciano gli ospedali per lavorare altrove, specialmente dopo le prime ondate pandemiche sono sempre più i professionisti della sanità che scelgono il privato.
Il 4% dei medici si è licenziato dagli ospedali
Il problema dei medici che lasciano gli ospedali si è notevolmente aggravato negli anni: nel 2021 sono state 331 le cessazioni volontarie, 276 in più rispetto a dieci anni prima (quando sono state solo 55). Solo nel 2020 c'è stato un arresto di questi pericolosi allentamenti, poi ripresa subito l'anno dopo, passando da 260 cessazioni (2020) a 331 (2021): questo significa che nell'ultimo anno ben il 4% dei medici piemontesi si è licenziato dal proprio posto di lavoro per continuare la professione in modo differente, come specialisti ambulatoriali, medici di famiglia, pediatri di libera scelta o impiegati nella continuità assistenziale.
Danno
Un "danno" al servizio sanitario nazionale aggravato dal fatto che in questi due anni di pandemia il compito dei medici in servizio è stato frammentato in altri doveri legati al virus, basti pensare alla campagna vaccinale o al servizio tamponi, che hanno rallentato e appesantito le già lunghe liste d'attesa per tutte le altre prestazioni sanitarie.
I medici che lasciano
Secondo i dati regionali sono i medici di medicina interna i maggiori a lasciare il Servizio sanitario regionale, seguiti dalli specializzati in anestesia e rianimazione e ai medici di chirurgia generale. E per quanto riguarda le Asl piemontesi quella di Alessandria e Novara sono quelle con le percentuali di cessazioni più elevate che si aggira attorno al 6% rispetto al totale degli ospedalieri attivi. Seguono quelle di Asti e del Vco, poco sotto al 6%. Le maggiori cessazioni si vedono comunque fuori dall'area metropolitana di Torino.
Perchè i medici piemontesi si licenziano?
Perché i medici piemontesi si licenziano dagli ospedali? Numeri alla mano, la domanda è lecito farsela. E a provare a rispondere è Chiara Rivetti, segretario generale di Anaao Assomed Piemonte, secondo la quale i professionisti cercano orari più flessibili, maggiore autonomia professionale, minore burocrazia, un sistema che valorizzi le loro competenze, un lavoro che permetta di dedicare più tempo ai pazienti. Secondo Rivetti vogliono poter avere una vita privata e non sacrificare la famiglia: tutte necessità difficili da conciliare con la carenza di personale, i turni disagevoli, i weekend quasi tutti occupati da guardie e reperibilità, con la difficoltà nel godere delle ferie maturate e di straordinari non retribuiti.
Più gli anni passano più il lavoro nella sanità pubblica diventa difficile e pericoloso: per questo il privato agli occhi dei medici impiegati negli ospedali è sempre più attrattivo e accattivante, anche per la possibilità di un trattamento fiscale agevolato del reddito prodotto.
Per quei medici ancora titubanti il 2021 ha rappresentato la stangata definitiva che li ha convinti ad andarsene: aver dovuto gestire le ondate pandemiche senza che poi venisse realmente effettuato un concreto investimento nella sanità pubblica ha "definitivamente tolto ogni illusione di cambiamento".