Edilizia

A Biella 510 posti a rischio per i crediti incagliati del superbonus

In tutto il Piemonte sarebbero 12.620 secondo le stime fornite dall’Ufficio Studi di Confartigianato. Le proposte presentate al Governo

A Biella 510 posti a rischio per i crediti incagliati del superbonus
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Sui crediti incagliati del superbonus il Piemonte si gioca almeno 12.620 posti di lavoro diretti nelle MPI artigiane delle costruzioni, settore che subirebbe una contrazione del 14% degli addetti. Ma il conteggio totale delle posizioni che rischiano di dover fare i conti nei prossimi giorni con la cassa integrazione e la perdita del lavoro, potrebbe aumentare vertiginosamente, tra diretti e imprese collegate.
Una situazione pesante che potrebbe riverberarsi anche sui territori: in provincia di Torino, solo nelle MPI edili, si stimano 5.870 i posti a rischio, a Cuneo 2.240, ad Alessandria 1.210, a Novara 1.010, ad Asti 750, nel Verbano 520 e a Vercelli e Biella 510.

Le stime fornite dall'Ufficio Studi di Confartigianato

Sono queste le stime dell’Ufficio Studi di Confartigianato contenute nel dossier: “Occupati a rischio nelle MPI delle Costruzioni per inesigibilità dei crediti incagliati per i bonus edilizi”.

Così commenta Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Piemonte:

Sui bonus edilizi ci giochiamo occupazione e futuro se non cambierà il decreto del Governo che ha gettato nell’incertezza migliaia di imprese. Per questo bisogna trovare soluzioni urgenti alla situazione delle aziende con i crediti che, giorno dopo giorno, da incagliati stanno diventando senza valore e quindi inesigibili”.

"Non si possono penalizzare le imprese"

Gli fa eco Enzo Tanino, presidente di Confartigianato imprese edilizia:

Non è ammissibile penalizzare le imprese che hanno la sola colpa di aver utilizzato la legge, realizzato gli interventi minuziosamente previsti dalla normativa, applicato i prezzari regionali, sopportato gli enormi oneri burocratici".

“I dati dimostrano come l’economia regionale faticherà non poco a reggere tale improvviso stop - conclude Felici -. Auspichiamo, quindi, che le forze sociali e gli enti locali affianchino le associazioni di categoria nelle azioni di pressione nei confronti del Governo affinché si superi il blocco e siano individuate soluzioni compatibili con la realtà economica delle imprese e con le difficoltà che stanno vivendo le famiglie. Vogliamo porre al centro della nostra azione la salvaguardia delle migliaia di imprese che rischiano la chiusura mettendo a repentaglio innumerevoli posti di lavoro”.

Le proposte di Confartigianato

I numeri generati dal superbonus sono stati presentati da Confartigianato nei vari confronti con il Governo quale contributo alla risoluzione del problema dei crediti incagliati.
Secondo la Confederazione è necessario aumentare la capacità di assorbimento dei crediti da parte del sistema creditizio, anche attraverso l’individuazione di un acquirente pubblico di ultima istanza particolarmente necessario per i crediti di minore importo. Va anche ampliato l’arco temporale di utilizzo dei crediti in compensazione. In assenza della necessaria capienza fiscale, le imprese che hanno nei cassetti fiscali i crediti perdono infatti una parte del credito loro spettante. Gli artigiani sollecitano anche il rinvio della data, fissata al 17 febbraio 2023, entro la quale era necessario aver presentato la Cila per poter mantenere la possibilità di cessione/sconto del credito. Per il limitato valore dei lavori di edilizia libera non assistiti da Cila, Confartigianato chiede che sia consentito di autocertificare, da parte del contribuente, la data di avvio di tali lavori.

La transizione green degli edifici

Secondo la Confederazione, l’obiettivo della transizione green degli edifici non potrà essere raggiunto se, insieme con un sistema di agevolazioni sotto forma di detrazioni fiscali, non verrà mantenuta la possibilità della cessione dei crediti e dello sconto in fattura per alcune fattispecie, in particolare i soggetti con redditi bassi, e privilegiando gli interventi su immobili con una classe energetica molto bassa e la ricostruzione degli immobili danneggiati da eventi sismici, per i quali la detrazione del 110% è ammessa fino al 2025.

 

 

 

 

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