Zafferano, avviata a Coggiola una vera filiera

Zafferano, avviata a Coggiola una vera filiera
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COGGIOLA - Ci sono già le praline, il formaggio di capra, la birra, il liquore. Addirittura il miele. Ma c’è anche molto altro. E nulla sfugge al profumo, al colore e al sapore che accomuna ogni prodotto: aroma di zafferano. Quella che Enrico Covolo, dal 1986 coltivatore anche nelle terre valsesserine della preziosa pianta originaria dell’Asia Minore, ha ideato e promosso negli ultimi due anni tra Coggiola e dintorni è qualcosa più di una semplice idea. E’ un’invenzione. Una creazione. Fino a ieri non esisteva nulla di simile, ma oggi è realtà. E ora anche il Biellese conta una vera e propria filiera produttiva snodata tutta sul  filo degli stimmi rosso intenso. Dal campo, dalla terra, alla tavola e al bicchiere: lo zafferano prodotto nell’azienda agricola coggiolese “Il vecchio melo” di Covolo, la cui sede operativa è a Grignasco, è ora la base dei nuovi prodotti enogastronomici proposti da altre sei aziende del territorio. Una squadra che ha già creato il suo logo distintivo e che già da qualche tempo lavora in piena sinergia a servizio del territorio. Ma che presto, dato l’interesse suscitato dall’iniziativa, potrebbe contare su forze inedite. E altrettante nuove specialità. 

L’idea è tutta di Covolo, laurea in Intelligenza artificiale e primo lavoro nell’ambito dell’informatica, ma da sempre appassionato di natura e produzioni ortofrutticole. Un amore sfociato nella creazione di un’azienda agricola specializzata nella produzione di antiche varietà di melo, oltre 250 a dire il vero, e col tempo arricchitasi di un profumo esotico. Quello dello zafferano. «Una produzione che ho iniziato nel 1986 - racconta -, quando da universitario studiavo a Torino, e che non ho mai più lasciato». Due anni fa, la svolta. E il casuale incontro con l’idea  della pasticceria coggiolese “Dolci capricci”, desiderosa di tentare una produzione con l’aromatica pianta. «Sono nate lì le capostipiti della filiera - racconta Covolo -: le praline allo zafferano. Una produzione che ha stuzzicato l’interesse anche di altri produttori, spingendoli a creare prodotti ad hoc». La squadra si è così pian piano arricchita di nuovi elementi: dall’agriturismo “Ca’ nel bosco” di Portula, con il tomino di capra allo zafferano,  al “Frutteto di Bersej”, con l’aceto di mele e zafferano. E poi ancora La Culma di Casapinta, con il  liquore dedicato alla filiera, il miele dell’apicolore Guido Nicolini di Sostegno e la birra, ovviamente allo zafferano, del birrificio Jeb di Trivero.

Il progetto, ormai stabilmente organizzato in forma di filiera e ora pronto - come ama ricordare Covolo - a «chiedersi cosa voglia diventare da grande», è stato presentato alla popolazione nei giorni scorsi a Coggiola, nel corso di una serata organizzata dalla biblioteca comunale. «Un evento molto sentito che ha richiamato moltissime persone», puntualizza il coltivatore. E al quale stasera farà seguito un nuovo evento-vetrina per  l’intero gruppo, con chef stellati, in un ristorante di Verbania. «Essere uniti è la nostra forza - afferma Covolo, che ricorda come le specialità  siano acquistabili presso i singoli produttori, alcuni dei quali hanno realizzato veri e propri corner di filiera -. Ora lo slancio è stato dato. Non resta che continuare a crederci. E sono certo che nuovi, sempre più entusiasmanti risultati arriveranno».

Veronica Balocco

COGGIOLA - Ci sono già le praline, il formaggio di capra, la birra, il liquore. Addirittura il miele. Ma c’è anche molto altro. E nulla sfugge al profumo, al colore e al sapore che accomuna ogni prodotto: aroma di zafferano. Quella che Enrico Covolo, dal 1986 coltivatore anche nelle terre valsesserine della preziosa pianta originaria dell’Asia Minore, ha ideato e promosso negli ultimi due anni tra Coggiola e dintorni è qualcosa più di una semplice idea. E’ un’invenzione. Una creazione. Fino a ieri non esisteva nulla di simile, ma oggi è realtà. E ora anche il Biellese conta una vera e propria filiera produttiva snodata tutta sul  filo degli stimmi rosso intenso. Dal campo, dalla terra, alla tavola e al bicchiere: lo zafferano prodotto nell’azienda agricola coggiolese “Il vecchio melo” di Covolo, la cui sede operativa è a Grignasco, è ora la base dei nuovi prodotti enogastronomici proposti da altre sei aziende del territorio. Una squadra che ha già creato il suo logo distintivo e che già da qualche tempo lavora in piena sinergia a servizio del territorio. Ma che presto, dato l’interesse suscitato dall’iniziativa, potrebbe contare su forze inedite. E altrettante nuove specialità. 

L’idea è tutta di Covolo, laurea in Intelligenza artificiale e primo lavoro nell’ambito dell’informatica, ma da sempre appassionato di natura e produzioni ortofrutticole. Un amore sfociato nella creazione di un’azienda agricola specializzata nella produzione di antiche varietà di melo, oltre 250 a dire il vero, e col tempo arricchitasi di un profumo esotico. Quello dello zafferano. «Una produzione che ho iniziato nel 1986 - racconta -, quando da universitario studiavo a Torino, e che non ho mai più lasciato». Due anni fa, la svolta. E il casuale incontro con l’idea  della pasticceria coggiolese “Dolci capricci”, desiderosa di tentare una produzione con l’aromatica pianta. «Sono nate lì le capostipiti della filiera - racconta Covolo -: le praline allo zafferano. Una produzione che ha stuzzicato l’interesse anche di altri produttori, spingendoli a creare prodotti ad hoc». La squadra si è così pian piano arricchita di nuovi elementi: dall’agriturismo “Ca’ nel bosco” di Portula, con il tomino di capra allo zafferano,  al “Frutteto di Bersej”, con l’aceto di mele e zafferano. E poi ancora La Culma di Casapinta, con il  liquore dedicato alla filiera, il miele dell’apicolore Guido Nicolini di Sostegno e la birra, ovviamente allo zafferano, del birrificio Jeb di Trivero.

Il progetto, ormai stabilmente organizzato in forma di filiera e ora pronto - come ama ricordare Covolo - a «chiedersi cosa voglia diventare da grande», è stato presentato alla popolazione nei giorni scorsi a Coggiola, nel corso di una serata organizzata dalla biblioteca comunale. «Un evento molto sentito che ha richiamato moltissime persone», puntualizza il coltivatore. E al quale stasera farà seguito un nuovo evento-vetrina per  l’intero gruppo, con chef stellati, in un ristorante di Verbania. «Essere uniti è la nostra forza - afferma Covolo, che ricorda come le specialità  siano acquistabili presso i singoli produttori, alcuni dei quali hanno realizzato veri e propri corner di filiera -. Ora lo slancio è stato dato. Non resta che continuare a crederci. E sono certo che nuovi, sempre più entusiasmanti risultati arriveranno».

Veronica Balocco

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