Vivere dopo un trapianto
Da tre mesi, un uomo di Cossato vive con un rene, donato da sua moglie. Si tratta di Robert John Cesone, 58 anni, impiegato addetto ai trasporti import-export della Dsv/Saima di Biella, che abita in città, in via Parlamento 79.
L’inizio. «Nel 2007, facendo degli esami di routine, il mio medico di famiglia, Francesco Gallio, mi ha informato di avermi riscontrato dei problemi di nefrologia. In realtà, stavo benissimo, ma era proprio così». Così l’uomo si è rivolto all’ospedale di Biella, nel reparto del dottor Ilario Mauro Berto, il cui primario è il dottor Bergia. Due anni dopo, Berto gli ha consigliato di mettersi in lista per il trapianto.
«Mi è stato consigliato di rivolgermi all’ospedale di Parma, dove ci sono tecniche sanitarie molto avanzate. Così mi sono sottoposto a diversi esami, che l’ospedale di Biella, di volta in volta, inviava a Parma. Mia moglie, Manuela Zanirato, si è subito offerta a donarmi un suo rene e, così, sono iniziate tutte le procedure e gli esami per i trapianti non compatibili». «Tra giugno e luglio dello scorso anno, mia moglie ed io, ci siamo recati più volte a Parma per dei controlli ed anche per un colloquio diretto - aggiuge -. Intanto era stata fissata la data dell’intervento: venerdì 19 ottobre. Ad inizio ottobre, siamo stati ricevuti dalla Commissione preposta, composta anche da un medico interno e da un medico legale, che ha dato il suo benestare. Poi siamo dovuti andare da un magistrato, che ci ha chiesto conferma del consenso di entrambi». Subito dopo, il paziente è stato per 10 giorni ricoverato per gli ultimo controlli e per la procedura del “titolo”, cioè il controllo delle difese immunitarie.